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Sensori e droni per salvare Civita di Bagnoregio

Civita di Bagnoregio ha ufficialmente iniziato il suo percorso per diventare Patrimonio dell'Umanità

Pubblicato:03-05-2017 13:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:10

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ROMA – Civita di Bagnoregio ha ufficialmente iniziato il suo percorso per diventare Patrimonio dell’Umanità.

Una candidatura che arriva grazie all’impegno di associazioni e istituzioni che hanno sostenuto il borgo immerso della valle dei Calanchi.


E tra petizioni, firme e appelli, quest’anno a difendere Civita di Bagnoregio arrivano anche i satelliti, i droni e i sensori di Artek, un progetto ad alto tasso tecnologico finanziato dall’Esa (Agenzia spaziale europea) con il sostegno di Asi (Agenzia spaziale italiana), e sviluppato dalla pmi laziale Nais in collaborazione, tra gli altri, con l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro.

Artek-Satellite enabled services for preservation and valorisation of cultural heritage, questo il nome dell’iniziativa, coinvolge i siti di Civita di Bagnoregio, Matera, Villa Adriana, Gianola e Baia per creare una piattaforma che raccolga tutti i dati e le informazioni arrivati dal monitoraggio continuo del terreno e delle strutture.

Nel caso di Civita di Bagnoregio, dunque, i sistemi sensoriali potranno rilevare ogni minimo movimento della terra, restituendo agli addetti ai lavori una mappatura completa del territorio e delle strutture più a rischio.

“In questo modo- spiega all’agenzia Dire Annamaria Giovagnoli, responsabile dei progetti per l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro- i risultati verranno messi a disposizione del Comune e permetteranno di pianificare interventi conservativi in modo programmato, vedendone l’efficacia nel tempo”.

Presentato lo scorso febbraio, Artek “è ancora in fase di sviluppo e per il sito di Civita di Bagnoregio abbiamo già pianificato i monitoraggi con i geologi del Museo della città attraverso una sensoristica wireless“.

Le verifiche avverranno sia sulle caratteristiche profonde del terreno che su quelle superficiali.

“Così- prosegue Giovagnoli- si potranno valutare i limiti accettabili dei movimenti del terreno, quelli che normalmente avvengono nel territorio, tarando i sensori su gradi più elevati. Quando le soglie verranno oltrepassate, i sensori manderanno degli alert”.

La sistemazione degli apparecchi avverrà il prossimo autunno, e subito dopo entreranno in azione anche i droni e i satelliti che integreranno i dati dei movimenti registrati a terra, fornendo una mappatura tridimensionale al servizio del Comune di Civita di Bagnoregio.

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