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Aumentano le ginnaste che denunciano abusi psicologici, il ministro Abodi: “Chiarire con tempestività e trasparenza”

Dopo Nina Corradini e Anna Basta, arriva la denuncia dell'ex campionessa mondiale di ginnastica ritmica Giulia Galtarossa

Pubblicato:02-11-2022 11:38
Ultimo aggiornamento:02-11-2022 12:55
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ginnastica-artistica
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Di Erika Primavera e Maria Rita Graziani

ROMA – Sabato scorso la prima denuncia, con un sasso gettato nello stagno e l’acqua che non ha ancora smesso di agitarsi. Oggi l’incontro tra i massimi vertici sportivi italiani per affrontare la questione dei presunti abusi ai danni delle atlete della ginnastica ritmica. L’ambiente è scosso e serviva una presa di posizione chiara. “Non è una convocazione ma un primo incontro cui ne seguirà un altro la prossima settimana”, ha voluto precisare il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, nel punto stampa al termine di poco più di un’ora di colloquio nei suoi uffici con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e il numero uno della Federginnastica, Gherardo Tecchi. Sul tavolo del ministro le accuse da parte di ex atlete anche nel giro della Nazionale, su tutte Nina Corradini e Anna Basta, che hanno rivelato presunte pressioni psicologiche e umiliazioni subite da parte di alcuni tecnici all’Accademia di Desio, la stessa in cui si allenano e crescono le Farfalle. Denunce cui, nel frattempo, se ne stanno aggiungendo molte altre.

E i rappresentanti del mondo dello sport fanno quadrato. “I fatti devono essere affrontati” e “sono opportune la tempestività e la trasparenza”, ha esordito Abodi, insistendo nel ribadire che “non siamo predicatori di valori, ma praticanti: tutto quello che emerge andrà valutato”. Sulla questione è al lavoro la Procura federale ma anche il Safeguarding Officer, la struttura attivata pochi mesi fa proprio per prevenire e affrontare i casi di molestie e abusi, sia psicologici che fisici. “Questi organi si sono messi in funzione da soli, so che sono già state convocate le ragazze per il prossimo giovedì”, ha aggiunto Tecchi, prima di evidenziare che “Più di questo non so e non saprò nulla fino alla fine. È giusto che si faccia chiarezza con tranquillità, perché la cura delle atlete – anche dal punto di vista psicologico – è fondamentale”.


Ma sulle vicende si sta muovendo anche la magistratura ordinaria, con la Procura di Brescia che ha ascoltato nelle scorse ore la testimonianza di altre giovanissime, che hanno in comune racconti di umiliazioni e pressioni psicologiche. Tecchi per primo ha voluto sgomberare il campo da dubbi: “Credo in quello che hanno detto le ragazze e credo che le cose vadano sistemate”, ha detto, spiegando che “se ci sono stati degli eccessi siamo qui a vagliare affinché non si verifichino più. Le ginnaste sono la nostra vita e quella della Federazione da 153 anni”.

La storia e il prestigio della Federginnastica non vanno messi in discussione per il presidente Malagò: “Parliamo di un movimento che vanta centinaia di migliaia di atleti, con la ritmica che ne rappresenta il fiore all’occhiello. E’ giusto fare chiarezza e verificare tutto subito, ma sento di dire che il movimento è sano, serio e rispettoso delle regole”. Ma i risultati non bastano. “La dimensione del fenomeno sportivo è importante, ma basta anche solo avere un caso per rivolgere un’attenzione tale che se fossero 100mila- ha aggiunto Abodi- Le medaglie sono un fattore di qualificazione della disciplina ma non ci sarà mai una medaglia che coprirà comportamenti non adeguati: questo deve essere chiaro perché fa parte del nostro comportamento valoriale”, le parole del ministro, al quale ha fatto eco Tecchi: “Non c’è alcuna medaglia che possa valere più dei nostri ragazzi e ragazze. Il nostro è uno sport giovane, nel senso che per la maggior parte viene praticato da atleti sotto i 18 anni, ecco perché dobbiamo avere un’attenzione particolare a questi casi”. E “non possiamo permetterci situazioni che possano mettere a repentaglio anche la credibilità della Federazione”.

Tecchi ha confessato di essere rimasto “esterrefatto” dopo essere venuto a conoscenza delle denunce. E ovviamente tra le prime azioni c’è stata quella di confrontarsi con Emanuela Maccarani, da decenni direttrice tecnica della Nazionale di ritmica, la responsabile dell’Accademia di Desio. “Per noi è il punto di riferimento ed era giusto sentirla. Ha la massima fiducia del Consiglio federale ed è ovviamente rammaricata di quanto sta venendo fuori, anche questo è un termine riduttivo. Non si aspettava tutto questo ma è conscia del fatto che forse le cose vanno interpretate e forse cambiate”. La disponibilità è massima, come la presa di coscienza. “Io le atlete le ascolto e le deve ascoltare anche la direttrice tecnica che vive con loro per 300 giorni insieme a loro. Le atlete non fanno una vita facile, probabilmente sono venute fuori delle cose che non andavano fatte ma noi siamo qui per correggerle”. A Maccarani la vicinanza anche del presidente del Coni, in cui la dt riveste il ruolo di consigliere nazionale in quota tecnici. “Nella mia vita ho incontrato veramente poche persone belle come lei”, le parole di stima di Malagò. La palla passa ora alle indagini delle Procure in campo, ma l’appello del mondo sportivo è unanime: “Dobbiamo fare in modo che l’ambiente sia il più lindo possibile”, l’imperativo di Tecchi.

“I fatti devono essere affrontati” e “sono opportune la tempestività e la trasparenza. Non siamo predicatori di valori, ma praticanti: tutto quello che emerge andrà valutato, non entro nel merito tecnico ma c’è una linea sottile tra il rigore e lo sconfinamento e per marcare questa serve la qualità dei tecnici. Qualora fosse stata oltrepassata, ci sarà chi interverrà”. Lo ha detto il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, al termine dell’incontro con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e quello della Federginnastica, Gherardo Tecchi, per fare il punto sulle denunce da parte di atlete della ginnastica ritmica in merito a presunti abusi e pressioni psicologiche.

LE DENUNCE

Qualche giorno fa l’ex atleta Nina Corradini ha rivelato in un’intervista a la Repubblica i motivi che l’hanno spinta ad abbandonare la ginnastica ritmica. La ragazza ha raccontato di aver subito pressioni psicologiche legate a un controllo costante del suo peso e di essere stata umiliata davanti alle sue compagne dall’allenatrice di Federginnastica. La giovane, che ora ha 19 anni ma all’epoca era minorenne, ha raccontato di aver sofferto di disturbi alimentari e di essersi recata spesso in farmacia per comprare dei lassativi, nella speranza che la aiutassero a restare nei parametri di peso stabiliti, così da porre fine alle continue umiliazioni verbali a cui veniva sottoposta.

Il giorno dopo, a denunciare le vessazioni subite è stata un’altra ex atleta, Anna Basta, che sui social ha postato una foto con Corradini scrivendo: “Io e Nina adesso vogliamo gridare al mondo tutto il marcio che abbiamo visto, e vogliamo farlo per tutte quelle persone, grandi e piccole, che si sentono sole e senza via d’uscita. Io e Nina vogliamo dire basta al dolore, al terrore. Io e Nina vogliamo alzare la testa anche per chi non ha più forza, perché noi eravamo nella stessa situazione di chi ora non riesce a muoversi. Io e Nina abbiamo toccato il fondo“. In un’intervista a la Repubblica Basta ha raccontato di aver pensato più volte al suicidio.

Oggi al coro di Corradini e Basta si è aggiunta la voce tuonante dell’ex campionessa mondiale di ginnastica ritmica Giulia Galtarossa, che sempre a la Repubblica ha denunciato: sono stata “costretta a spogliarmi davanti a tutti, mi chiamavano maialina. L’esperienza all’Accademia di Desio mi ha rovinato la vita”.

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