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A Londra la guerra in Yemen preoccupa anche i tifosi di calcio

Attivisti di Guernica 37 denunciano reali d'Arabia ed Emirati proprietari del Manchester City e del Newcastle

Pubblicato:02-11-2021 15:01
Ultimo aggiornamento:02-11-2021 15:01

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ROMA – Non c’è pace per i tifosi del Manchester City e del Newcastle. Che stanno certo meglio dei civili sotto le bombe nello Yemen ma adesso hanno, gol a parte, un motivo per preoccuparsi.
Ad alimentare incertezza sono le denunce presentate nei giorni scorsi a Londra dagli attivisti per i diritti umani dell’associazione Guernica 37 nei confronti dei proprietari delle loro squadre: il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman al suo omologo emiratino Mohammed bin Zayed, fino ad altri 20 esponenti di spicco delle case regnanti della Penisola arabica.

L’accusa riguarda l’intervento militare nello Yemen e in particolare bombardamenti della coalizione coordinata da Riad su uno scuolabus e su un funerale, con un bilancio di almeno 166 morti, e torture e assassinii perpetrati su commissione da un commando di mercenari colombiani. Gli attivisti di Guernica 37 avevano già fatto parlare di sé per la richiesta di privare della cittadinanza britannica Asma Al-Assad, la moglie del presidente siriano.

La nuova denuncia alla polizia ha seguito di poche settimane l’acquisizione saudita del Newcastle, solo l’ultimo affare delle petro-monarchie del Golfo nella Premier League. Secondo l’accusa, la legge del Regno Unito prevede l’arresto immediato di chi si sia macchiato di crimini di guerra o contro l’umanità anche in un altro Paese del mondo e senza che tra le vittime figurino sudditi di Sua maestà.

Le uccisioni di civili nello Yemen non si sono fermate. È di oggi l’allarme dell’ong Norwegian Refugee Council, relativo all’assedio di Marib, una città sotto il controllo delle forze fedeli al presidente Abd Rabbo Mansour Hadi, in lotta contro le milizie houthi. Secondo il direttore dell’organizzazione, Erin Hutchinson, ottobre è stato il mese più letale da anni in città: oltre cento le vittime civili, tra i quali bambini, uccisi o feriti. A livello nazionale, sempre secondo il Norwegian Refugee Council, le persone sfollate a causa del conflitto sono quattro milioni. Quelle bisognose di assistenza sarebbero invece circa 20 milioni, su una popolazione di 30.

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