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Omicidio Pasolini, a 40 anni dalla sua morte emergono nuovi sconcertanti elementi. Pd e Sel chiedono una commissione d’inchiesta

"A quarant'anni dall'uccisione di Pasolini ci sono nuovi elementi che ci fanno dire che la magistratura non ha tratto le conclusioni dovute"

Pubblicato:02-11-2015 13:55
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:32

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pasoliniROMA – Quello di Pier Paolo Pasolini è stato “un delitto a sfondo politico, come quelli di Mauro De Mauro e Enrico Mattei“, un omicidio che segue “una pista legata al libro Petrolio e all’estrema destra“: svelare cosa accadde davvero “serve non solo a capire il passato, ma anche il presente e il futuro”. Sono parole dell’avvocato Stefano Maccioni, legale di Guido Mazzon, cugino di Pasolini, che nel 2009 fece riaprire l’indagine sulla morte dello scrittore, poi archiviata il 25 maggio 2015. Oggi Mazzon, insieme ai deputati Paolo Bolognesi (Pd) e Serena Pellegrino (Sel), è impegnato in una nuova battaglia: istituire una commissione d’inchiesta parlamentare che indaghi sulla morte di Pasolini. “Una commissione d’inchiesta avrebbe il potere di smuovere acque ferme da tanti anni- dice Bolognesi in conferenza stampa alla Camera- secondo me ci sono tutte le possibilità di concludere questa operazione in 24 mesi”, prima che finisca la legislatura.

Pellegrino aggiunge: “Continuiamo a premere affinche’ la commissione Affari costituzionali incardini quanto prima la proposta di legge per una commissione d’inchiesta: l’abbiamo depositata a maggio, siamo già a novembre. La proposta e’ stata sottoscritta da 80 parlamentari, trasversalmente, il compito della politica è trovare i contorni dell’omicidio, il mandante, i collegamenti: c’è un fil rouge che collega tutto questo ai nostri anni, anche alle Torri gemelle. La parola ‘petrolio’ negli ultimi quarant’anni non ha avuto flessioni di nessun genere, è onnipresente”.

A supporto della proposta di legge sono state raccolte su change.org diecimila firme: “C’è ancora un’attenzione quasi spasmodica sulla vicenda- aggiunge Maccioni- si aprono nuove prospettive, dall’indagine della magistratura sono emersi elementi inquietanti: c’è un giudice che afferma che altre persone hanno partecipato all’omidicio“. Per il legale è innegabile “lo scetticismo più assoluto che ormai è intorno alla ricostruzione di Pelosi”, occorre piuttosto seguire “una pista legata a Petrolio e all’estrema destra: ci sono elementi che riconducono alla banda della Magliana, ai Nar, all’estrema destra e anche alla P2. Da giugno a ora sono emersi elementi nuovi: da una foto pubblicata dal Manifesto si desume la presenza di Maurizio Abbatino sulla scena del delitto. Abbatino attualmente è un pentito, ha aiutato a scoperchiare tante cose sulla banda della Magliana, gli è stata tolta da pochi giorni la protezione che aveva da anni”.


Bolognesi conclude: “A quarant’anni dall’uccisione di Pasolini ci sono nuovi elementi che ci fanno dire che la magistratura non ha tratto le conclusioni dovute. La commissione d’inchiesta, che ha ampi poteri, potrebbe essere una grande occasione per arrivare alla verita. Valutiamo attentamente di trasformare la richiesta di una commissione bicamerale in una monocamerale, per arrivare ad avere i tempi necessari per concludere l’inchiesta”.

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