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Legge di Stabilità, centro studi Nens: “Ecco come recuperare 40 miliardi di euro dall’evasione dell’Iva

Il Nens, il centro studi fondato da Pier Luigi Bersani e Vincenzo Visco, propone alle forze politiche tre emendamenti alla legge di stabilita' "che se adottati potrebbero avviare a soluzione il problema dell’evasione fiscale di massa nel nostro Paese"

Pubblicato:02-11-2015 11:22
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:32

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evasione_fiscaleROMA – Reverse charge generalizzato e lotteria istantanea sugli scontrini: ecco come contrastare l’evasione dell’Iva e recuperare 40 miliardi di euro. Il Nens, il centro studi fondato da Pier Luigi Bersani e Vincenzo Visco, propone alle forze politiche tre emendamenti alla legge di stabilita’ “che se adottati potrebbero avviare a soluzione il problema dell’evasione fiscale di massa nel nostro Paese”. Le proposte prevedono “un reverse charge generalizzato per gli scambi intermedi, con trasmissione contestuale, automatica, per via telematica dei dati fiscalmente rilevanti contenuti nelle fatture emesse, sia alla Agenzia delle Entrate che al cliente, con l’obbligo per quest’ultimo di verificare il corretto invio della fattura, e la verifica dell’avvenuto versamento”.

Al tempo stesso, spiega il Nens, “si eliminano numerosi e costosi adempimenti oggi esistenti. Questa misura, che non va confusa con la fatturazione elettronica, sarebbe in grado di eliminare pressochè interamente l’evasione da mancati versamenti che si verifica negli scambi intermedi, e di portare a un recupero di gettito evaso che, considerando anche le conseguenze di una riduzione dell’evasione dell’IVA sulle imposte sui redditi e l’Irap, può essere valutata in oltre 40 mld di euro che potrebbero essere utilizzati per una massiccia riduzione delle imposte. Un’analoga misura introdotta recentemente in Portogallo ha prodotto un impressionante aumento del gettito della imposta”.

La norma prevede poi “anche l’introduzione di una lotteria istantanea collegata al rilascio degli scontrini e delle ricevute fiscali in modo da incentivarne la richiesta da parte del consumatore finale“. La proposta del Nens si ricollega al rapporto sull’evasione dell’IVA che il Centro studi presento’ a giugno del 2014. Il dossier fu trasmesso al governo che nella legge di stabilità per il 2015 inserì due delle misure proposte: lo split payment e il reverse charge. “Quest’ultima misura- spiega il Nens- fu poi estesa anche al settore della grande distribuzione che non era tra quelli autorizzati dalla Commissione che quindi dopo alcuni mesi bocciò il provvedimento per questa parte. Le misure adottate hanno avuto un successo che è andato al di là delle aspettative; e in più occasioni il presidente Renzi, il ministro Padoan, e Gutgeld hanno rivendicato il merito di questi interventi, senza peraltro mai ricordare e riconoscere la loro origine”.


Nella relazione che accompagna gli emendamenti, il Nens sottolinea che “nell’ipotesi di una sostanziale invarianza dell’economia e dell’evasione fiscale nel periodo 2013-2016, si arriva a stimare, che gli emendamenti proposti possano consentire, a regime, il recupero a tassazione di 91,9 mld di euro, di cui 55,2 mld provenienti da fatture emesse e non dichiarate, 12,5 mld da scontrini e ricevute rilasciati ma non dichiarati e 24,2 mld da corrispettivi attualmente neppure registrati. Questo equivale a ridurre di oltre il 60% l’evasione intermedia e di quasi il 20% quella al consumo”.

Per quanto riguarda il recupero del gettito, tenuto conto che l’aliquota media attualizzata delle operazioni Iva a debito è pari al 17,30%, che la media pesata delle aliquote IRPEF e IRES è stimata pari al 26,01% e che l’aliquota media IRAP si valuta pari al 4,14%, l’esito complessivo dei provvedimenti proposti in termini d’imposta viene allora stimato in 43,6 mld di euro”.

Questa la stima a regime, mentre per il 2016, ci si attende un incremento potenziale del gettito pari a 6,6 mld di euro, corrispondenti alla maggiore IVA incassata negli ultimi 5 mesi dell’anno. Per il 2017, un possibile maggior gettito di 29,7 mld di euro, derivanti dall’IVA dell’intero anno (15,9 mld) nonché dall’IRPEF, dall’IRES e dall’IRAP relative al secondo semestre del 2016 (13,8 mld); nel 2018, infine, con l’andata a regime del sistema, l’incremento di entrate tributarie stimato sarebbe quello calcolato, ovvero 43,6 mld di euro.

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