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Osservatorio Camera di commercio Roma: “Attenzione su migliaia di operazioni, a breve intesa con le forze dell’ordine”

Muntoni alla Dire: "La mafia e la criminalità organizzata hanno trovato nel Covid-19 un alleato di prim'ordine"

Pubblicato:02-05-2022 19:08
Ultimo aggiornamento:02-05-2022 19:18

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ROMA – Migliaia di operazioni “che allarmano” effettuate solo nel primo anno di pandemia e, dopo, un incremento tra il 30 e il 40% di fenomeni legati all’usura. La mafia e la criminalità organizzata hanno trovato nel Covid-19 un alleato di prim’ordine, in grado di piegare l’economia delle imprese, a partire dalle più piccole. Un fenomeno che però a Roma e nel Lazio viene combattuto con nuovi strumenti, a partire da un’intesa messa in piedi dalla Camera di commercio capitolina insieme alla Direzione investigativa antimafia, a cui seguirà a breve un ulteriore accordo con le forze dell’ordine provinciali.

In prima linea c’è l’Osservatorio sulle politiche per il contrasto alla criminalità economica dell’ente camerale romano, che con il suo presidente, Guglielmo Muntoni, porta avanti un lavoro di verifica e analisi i cui risultati vengono condivisi con le autorità investigative e la Magistratura.

L’agenzia Dire lo ha intervistato in occasione del convegno in ricordo di Pio La Torre nel quarantennale della morte.

Presidente Muntoni, un evento importante quello di oggi soprattutto per chi, come lei, si occupa di questi temi.


“Pio La Torre 41 anni fa aveva scritto quella che poi diventerà la legge 646/82, prevedendo il reato di 416 bis, cioè l’associazione di stampo mafioso, e anche la misura di prevenzione della confisca dei beni dei mafiosi, ma era rimasta accantonata. Lui ha portato avanti questo suo impegno e questo suo impegno, anche se ne era consapevole, lo ha portato alla morte. Dopo la sua morte e dopo la morte anche del generale Dalla Chiesa c’è stata una reazione delle istituzioni e questa legge è stata portata avanti dall’allora ministro dell’Interno, Virginio Rognoni, che oggi farà un intervento al convegno, ed è arrivata la legge La Torre Rognoni 646/82 che ha introdotto le basi per la lotta alla mafia in Italia, che prima non c’erano. È anche bene ricordare che quarant’anni fa c’era chi negava che esistesse Cosa nostra, che esistesse la mafia, che non la si combatteva minimamente, non in modo serio. Improvvisamente tutto è cambiato, sono iniziati i processi importanti, Falcone e Borsellino hanno iniziato il processo nel ’93, è arrivato Buscetta, c‘è stata una serie di cambiamenti importanti, tutti derivati da questa idea di Pio La Torre. Quello che dobbiamo fare oggi non è soltanto commemorare un grande uomo, un eroe, ma anche vedere che cosa abbiamo fatto in applicazione di questa normativa per combattere la mafia e che cosa ancora c’è da fare. E qual è l’impegno soprattutto della Camera di commercio e della Magistratura per portare avanti questo impegno”.

A che punto è oggi la battaglia contro le mafia nel nostro territorio?

“C’è da individuare più seriamente e più approfonditamente qual è l’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale. Penso che in Italia si arrivi a sequestrare e confiscare un patrimonio spesso del valore di anche oltre un miliardo di euro l’anno, ma probabilmente è sì e no l’1% dei ricavi annui della criminalità organizzata. È modesto, è importante, ma modesto. Ancora non gli facciamo male davvero. Non bisogna avere sogni fantasiosi o poco concreti, l’importante è arrivare a incidere in modo più serio e più completo e sotto questo profilo la Camera di commercio di Roma con l’Osservatorio che ho l’onore di presiedere sta facendo una analisi di tutte le operazioni compiute durante il Covid nelle imprese romane per evidenziare segnali sospetti da sottoporre poi alle forze di Polizia. Abbiamo già concluso un protocollo con la Direzione investigativa antimafia ed è allo studio un protocollo con la Prefettura e le tre forze di Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e Polizia di Stato, a livello provinciale, in modo che noi facciamo un’indagine dall’alto, esaminiamo le imprese nel loro insieme, e loro fanno un’indagine dal basso, partendo dall’imprenditore mafioso individuato e ci incontriamo, facilitando il lavoro delle forze dell’ordine. Nell’Osservatorio sono presenti Infocamere ai massimi livelli e l’unità dell’Informazione finanziaria della Banca d’Italia, che è un altro soggetto particolarmente attivo. Abbiamo anche i rappresentanti delle quattro associazioni di categoria, commercio, industria, artigianato e agricoltura, il rappresentante delle cooperative, l’Abi, il terzo settore con Francesca Danese e Libera. Siamo così in grado di fornire qualunque aiuto possibile sia alle imprese sequestrate e confiscate, con tutta una serie di interventi che vogliamo fare, sia alle imprese in generale. In questo momento stiamo studiando soprattutto delle soluzioni positive per il finanziamento alla piccola impresa, che da qui a pochi mesi potrebbe subire una crisi importante, e in questo modo evitare evitare il fenomeno dell’usura”.

Qual è l’incidenza di questo fenomeno a Roma e nel Lazio?

“L’usura è un reato che non viene denunciato, ma per i pochissimi casi denunciati e i pochi accertati, quest’anno il Lazio ha avuto un incremento del 30-40%. I casi effettivi sono pochi, ma il dato indica un fenomeno diffuso. Il Covid ha determinato una crisi terribile e la piccola impresa non è in grado spesso di ricorrere a finanziamenti del sistema bancario e quindi finisce col rivolgersi a soggetti sbagliati. E a quel punto l’impresa è persa, perché la criminalità non punta a ottenere gli interessi, ma vuole rilevare l’impresa. Solo il piccolo usuraio cerca di lucrare sugli interessi, ma normalmente la criminalità punta a rilevare l’intera attività”.

Quanto ha inciso la pandemia?

“I dati che abbiamo esaminato ci indicano migliaia di operazioni che allarmano nel primo anno di Covid, quindi da febbraio 2020 a febbraio 2021. C’è stato un calo generale di tutte le operazioni, ma si sono concentrate le operazioni di acquisto di quote sociali, acquisto di imprese, creazione di nuove aziende, proprio nei settori che principalmente, oltre il 50%, interessano la criminalità organizzata: commercio, immobiliare, quindi costruzione e mercato immobiliare, e ristorazione. Questi sono i settori in cui è più frequente imbattersi in questi personaggi. Abbiamo trovato delle anomalie, come l’età dei nuovi soci. Abbiamo circa novemila soci nuovi e di questi circa il 10% ha un’età molto bassa o molto alta: abbiamo molti 18enni e molti ultraottantenni che come nuovi soci fanno pensare. In questo 10%, cioè novecento persone, almeno cento sono molto sospette e qualcuno ha anche dei cognomi che gridano ‘allarme rosso’. Spero che si firmi presto questo ulteriore protocollo con il prefetto e le forze di Polizia provinciali perché così si avrà un intervento più particolareggiato e completo per tipi di criminalità che non sono di competenza direttamente della Direzione investigativa antimafia. Ci sono usurai, estorsioni, riciclatori, bancarottieri, c’è una categoria criminale non di poco conto che è molto attiva a Roma. Per quasi 12 anni mi sono occupato di misure di prevenzione al Tribunale di Roma e chi sono quelli che si muovono in questo settore e come si muovono lo so, e per questo mi hanno chiamato in questa nuova esperienza, consegnandomi una struttura che può contare sui vertici di ciascuna categoria, a dimostrazione del loro impegno. Lo sviluppo, l’analisi informatica che abbiamo fatto di tutti i movimenti delle imprese a Roma è impressionante anche per la velocità con cui è stata fatta, Infocamere lavora con tempi veloci e dispone di sistemi di analisi che sono utili a noi per un quadro d’insieme e che potranno essere molto utili alle forze di Polizia per delle indagini mirate”. 

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