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Vaccino, Yameogo (Vaticano): “Da Draghi stop a dosi per l’Africa, vergogna”

"Il religioso delle Comunicazioni sociali: scelte come queste sono "una forma di darwinismo politico e sociale"

Pubblicato:02-03-2021 18:27
Ultimo aggiornamento:02-03-2021 19:08

Janvier Yameogo
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ROMA – “Una notizia scandalosa” e, di più, “una vergogna della quale informare subito Papa Francesco”: così all’agenzia Dire padre Janvier Yameogo, da anni voce del dicastero della Santa sede per le Comunicazioni sociali, su un “no” del primo ministro italiano Mario Draghi a donazioni di vaccini anti-Covid per l’Africa. Una posizione, questa del governo di Roma, della quale ha riferito il quotidiano parigino Le Monde dopo il Consiglio europeo del 25 e 26 febbraio. Secondo il giornale, durante il vertice Draghi ha ribadito il sostegno dell’Italia al meccanismo Covax per l’accesso globale ai vaccini ma si è poi opposto alla proposta di inviare subito a Paesi dell’Africa 13 milioni di dosi acquisite dall’Ue. La decisione, vista da Roma, sarebbe stata motivata da “problemi di credibilità” nei confronti dei cittadini europei.

Quella di padre Yameogo, però, è una condanna senz’appello. Secondo il responsabile vaticano, originario del Burkina Faso, “il Santo padre sarà molto deluso di questa scelta perché ha detto chiaro e tondo che la legge del mercato e dei brevetti non deve avere la precedenza sulla salute dell’umanità e soprattutto dei più poveri”. Padre Yameogo continua: “Nel suo messaggio in occasione della Giornata mondiale della pace, Francesco ha rivolto un appello proprio ai responsabili politici e del settore privato perché contribuiscano a un mondo più giusto e freterno”. Secondo il religioso, scelte come quella di Draghi sono “una forma di darwinismo politico e sociale”. È un bene, a ogni modo, dice padre Yameogo, che i politici escano allo scoperto: “Rivelano uno spirito di superiorità, che è alla base di leggi razziste, facendosi portatori di una mentalità che plasma tante persone e tanti politici in Europa e in Occidente”.
Stando alla ricostruzione di Le Monde, della proposta di Macron e Merkel “l’ex presidente della Banca centrale europea non vuole sentire parlare” nonostante anche Paesi come Belgio, Svezia, Paesi Bassi o Spagna si siano espressi “in modo piuttosto favorevole”.

La proposta franco-tedesca era stata prospettata in occasione del G7 del 19 febbraio e presentata in un’intervista al quotidiano Financial Times. Macron aveva detto che è “insostenibile l’idea di vaccinare centinaia di milioni di persone nei Paesi ricchi senza neanche cominciare la campagna nei Paesi poveri”. Secondo il presidente francese, sarebbe stato necessario inviare subito in Africa “il 4 o il 5 per cento” delle dosi a disposizione nel Nord del mondo. Le distribuzioni di dosi anti-Covid in Africa attraverso Covax sono cominciate solo la settimana scorsa, dopo che Paesi ricchi dove vive il 14 per cento della popolazione mondiale, hanno già acquisito la maggior parte dei vaccini di Moderna e Pfizer-BioNTech. Nei mesi scorsi, a sud del Sahara sono stati effettuati test clinici sia per questi due prodotti che per quello messo a punto dall’Università di Oxford con la multinazionale anglo-svedese Astrazeneca.


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