NEWS:

Disforia di genere, a rischio il bimbo della mamma trans. L’esperto: “Troppo testosterone materno influenza lo sviluppo neurocomportamentale del feto”

Sulla questione è intervenuto il Prof Claudio Giorlandino Presidente dell’Italian College of Maternal Medicine

Pubblicato:02-02-2024 17:23
Ultimo aggiornamento:02-02-2024 17:28
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Livelli elevati di testosterone materno, anche se solo endogeno, sono stati associati a deficit di crescita entro la 36a settimana di gestazione e possono influenzare anche lo sviluppo neurocomportamentale del feto. Da qui il collegamento con il futuro orientamento sessuale del bambino messo al mondo che potrebbe essere disforico”. Lo afferma il Prof Claudio Giorlandino Presidente dell’Italian College of Maternal Medicine.

LEGGI ANCHE: Trans Marco in gravidanza, l’esperta del Comitato di Bioetica: “La transizione non cambia il sesso biologico”

“Uno studio di Whitehouse, sull’esposizione prenatale al testosterone– spiega l’esperto- ha scoperto che può influenzare la maturazione del cervello fetale, influenzando la cognizione e il comportamento postnatale. Secondo altri prestigiosi studi (Holler 2013 e Hines 2010) questa esposizione è collegata alle differenze sessuali osservate nella comunicazione e nel comportamento durante l’infanzia. Per quanto riguarda il sesso fenotipico è stato riscontrato che i livelli di testosterone materno durante la gravidanza non sono correlati al sesso del feto, indicando che la fonte dell’esposizione prenatale al testosterone potrebbe provenire direttamente dall’unità fetale piuttosto che attraverso il trasferimento materno-fetale. Invece l’orientamento sessuale potrebbe esserlo. È infatti noto che il passaggio di estrogeni nel cervello embrionale delle femmine porta, al contrario di quanto ci si aspetta, ad una mascolinizzazione e defemminilizzazione del cervello femminile”, spiega Giorlandino.


“Ho sempre ritenuto che una importante componente della spinta disforica delle donne che desiderano trasferimento sessuale sia dovuto a questo. Il cervello femminile è protetto embriologicamente dagli estrogeni, che lo influenzerebbero virilmente, grazie al fatto che la placenta produce una proteina (l’alfafetoproteina) che li lega impedendo il passaggio degli stessi nel cervello- aggiunge l’esperto- Nel caso del bambino portato in grembo dalla donna- uomo in transizione, caso del quale si sta parlando in questo giorni, la somministrazione di testosterone, assunto per il cambiamento sessuale della madre in uomo, che viene in gran parte trasformato prontamente in estradiolo nel grasso della madre stessa, potrebbe, astrattamente, aver sovrasaturato la capacità legante dell’alfafetoproteina ed aver esposto il cervello fetale del bambino ad un carico estrogenico che potrebbe portare, se fosse femmina, anche ad una disforia di genere come, probabilmente, è accaduto alla madre”.

“In sintesi, questi studi indicano che elevati livelli di testosterone materno possono avere implicazioni significative sullo sviluppo fetale, in particolare in termini di esiti neurocomportamentali. L’impatto sembra essere complesso e potenzialmente influenzare sia gli aspetti cognitivi che comportamentali dello sviluppo”, conclude Giorlandino.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it