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Riforme, ecco il piano del Pd. Zingaretti: “Soglia del 5 per cento non si discute”

Legge elettorale e "cantiere istituzionale", il Partito Democratico presenta le sue proposte: "Taglio parlamentari solo primo passo"

Pubblicato:01-10-2020 10:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:58

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ROMA – “Io credo che la soglia del 5 per cento sia una soglia non discutibile, ma per un problema semplice: il 5 per cento e’ figlio di molti mesi di confronto politico. Non e’ messo a caso, non e’ un numero figlio della casualita’. E’ una delle condizioni per il Pd per poter andare avanti”. Cosi’ il segretario del Pd Nicola Zingaretti illustrando le misure che dovrebbero completare l’architettura istituzionale dopo il referendum.

Puntiamo a superare il bicameralismo paritario e introduciamo la sfiducia costruttiva“, prosegue il segretario dem, annunciando la proposta di un percorso di riforme dopo il taglio dei parlamentari, con un pacchetto di proposte “offerto alle altre forze politiche” e depositato nei due rami del Parlamento.

Non possiamo lasciare sola la voglia di riscatto degli italiani, ne’ girarci dall’altra parte lasciando sole le persone che temono per il proprio futuro. Oggi nuovi dati fanno ben sperare, quindi qualcosa si muove. Ma noi vogliamo essere quelli che di piu’ insistono per costruire un paese nuovo. Rispondere alla voglia di riscatto delle persone. Non vogliamo tornare indietro. Vogliamo un’Italia migliore”, aggiunge Zingaretti aprendo formalmente “il cantiere istituzionale” proposto dal Pd.


Il confronto e’ aperto nelle aule parlamentari anche “coi leader della destra italiana”. Da Silvio Berlusconi “che ha gia’ detto di voler collaborare”, a Salvini “che non hanno per fortuna una posizione pregiudiziale su questo”, spiega Zingaretti.

Il Pd supera il bicameralismo paritario “essenzialmente in due modi. Da una parte con l’affidamento al Senato di poteri esclusivi e dall’altra parte prevediamo un forte ruolo del parlamento in seduta comune. La riduzione dei componenti totali del parlamento a 600 rende possibile una valorizzazione del parlamento in seduta comune, a cui sono affidate funzioni cruciali. All’introduzione della sfiducia costruttiva si affianca l’attribuzione al capo dello stato del potere di nomina e di revoca dei ministri, su proposta del presidente del consiglio”, spiega Dario Parrini.

Graziano Delrio ricorda che se “qualcuno continua a parlare della democrazia rappresentativa come di un inciampo, noi riteniamo che il parlamento sia il luogo centrale previsto dalla Costituzione per la rappresentanza politica“.

Orlando ricorda che saranno coinvolte le articolazioni del partito a tutti i livelli. “E’ molto importante far tornare il paese a discutere della modifica della Costituzione. E’ molto importante anche superare un’impostazione centrata sulla retorica anticasta“, osserva.

Dario Franceschini ricorda che “ci sono davanti quasi due anni e mezzo di legislatura, possiamo sfruttarle utilmente. Se facciamo le riforme serviranno a chiunque vincera’ le elezioni. Sarebbe ora di mettere in condizione il vincitore delle prossime elezioni di poter governare con un sistema funzionale. E la riduzione del numero dei parlamentari e’ un punto di partenza, non di arrivo”.

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