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Cinema, Mauro Mancini: “La vera piaga di oggi è l’indifferenza”

Intervista al regista di 'Non Odiare', presentato in concorso alla Settimana Internazionale della Critica a Venezia

Pubblicato:01-10-2020 05:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:58
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https://www.youtube.com/watch?v=1u_qZRv9usc&feature=youtu.be

di Carla Donato

ROMA – Unico film italiano in concorso alla 35esima Settimana Internazionale della Critica e apprezzato con oltre cinque minuti di applausi e standing ovation sia dagli addetti ai lavori che dagli spettatori in sala, la pellicola ‘Non odiare’ di Mauro Mancini si presenta controcorrente rispetto ad altri film italiani presenti nel panorama attuale cinematografico.


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Lo stile è volutamente asciutto: i silenzi, i non detti, la luce e gli sguardi riempiono lo spazio e scandiscono il tempo, le emozioni e le contraddizioni dei personaggi coinvolti. Il punto di vista presentato dagli autori, privo di pregiudizi ideologici, permette al tema dell’intolleranza di urlare più forte di qualsiasi parola pronunciata dagli attori. Lo stesso Mancini nella videointervista alla Dire dichiara: “La vera piaga contemporanea è forse proprio l’indifferenza rispetto all’intolleranza e all’odio quotidiano che siamo abituati a scorrere come le timeline in cui mettiamo svogliati like ogni giorno. Ho pertanto voluto assumere un punto di vista neutro ma non neutrale per annientare pericolosi pregiudizi nella costruzione dei personaggi. Anche se questo film, non vuole essere né neutrale né indifferente a questa realtà”.

L’interpretazione di Alessandro Gassmann è intensa e reale, tale da fargli ottenere il Premio Pasinetti 2020 come migliore attore protagonista e si accompagna a quella del giovane e talentuoso Luca Zunic, una vera scoperta, vincitore del Premio NuovoImaie Talent Award 2020 e a quella dell’ormai affermata e bravissima Sara Serraiocco.

Mauro Mancini, anche se al suo esordio, dimostra già maturità stilistica e tecnica nella direzione della pellicola, lavorando in maniera accurata ed evocativa sulla luce e gli ambienti riuscendo così a creare un ‘non-luogo’ mitteleuropeo, dal respiro internazionale, in cui chiunque possa riconoscersi.

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