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VIDEO | Gassmann: “Tenere alta l’attenzione contro l’odio”

Il popolare attore a Venezia 77 presenta 'Non odiare', unica pellicola italiana in concorso alla 35ma edizione della Settimana Internazionale della Critica

Pubblicato:06-09-2020 12:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:50

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VENEZIA – “Viviamo in un mondo dove l’odio e’ sempre piu’ presente, soprattutto in rete, sui social, dove si minaccia, si accusa. Il rischio e’ che esca dalla rete e finisca per strada. Stiamo vedendo cosa sta accadendo negli Stati Uniti, dove l’insofferenza razziale e’ tornata fortemente, anche in vista delle elezioni di quella grande democrazia. Io penso che quello che la societa’ puo’ fare, che ogni cittadino puo’ fare e’ non farsi trainare nella rissa”. Queste le parole di Alessandro Gassmann alla Mostra del Cinema di Venezia per presentare ‘Non odiare’ di Mauro Mancini, che ha risposto alla domanda dell’agenzia Dire relativa a come istituzioni e singoli possano affrontare l’intolleranza (razziale ma non solo) che imperversa nella societa’. Il film è l’unica pellicola italiana in concorso alla 35ma edizione della Settimana Internazionale della Critica.
Bisogna smettere di considerare chi non la pensa come noi un nemico da abbattere, ma un avversario con cui dialogare per capire– ha proseguito Gassmann- Le soluzioni non possono che passare attaverso il compromesso. Non si puo’ dividere il mondo tra buoni o cattivi. Dobbiamo mantenere accesa l’attenzione. L’indifferenza non e’ possibile”. E’ un appello che rivolgo ai giovani, che pero’ mi pare si stiano interessando all’argomento. La mia generazione non ha fatto un buon servizio, lasciamo un pianeta in condizioni disastrose- ha proseguito- Dobbiamo dare piu’ attenzione. Se la mia generazione facesse un passo indietro lasciando spazio ai giovani, sarebbe una societa’ piu’ equilibrata. Sono affascinanti i giovani, sono molto meglio di come vengano descritti. Loro possono trovare delle soluzioni”.
La pellicola sara’ nelle sale dal 10 settembre. Nel cast anche Sara Serraiocco e Luka Zunic.

LA TRAMA DI ‘NON ODIARE’

“In Germania un medico ebreo si rifiuta di operare un paziente a causa del vistoso tatuaggio nazista che aveva sulla spalla. Dopo essersi fatto sostituire da un collega, l’uomo ha dichiarato: ‘Non posso conciliare l’intervento chirurgico con la mia coscienza’“. Mauro Mancini, racconta cosi’ la genesi del suo ‘Non odiare’, unico film italiano in concorso alla 35a edizione della settimana internazionale della critica, nelle sale dal 10 settembre.
Nella pellicola Gassmann interpreta un chirurgo ebreo che, trovatosi a soccorrere un uomo vittima di un pirata della strada, decide di abbandonarlo al suo destino quando scopre che sul petto ha un tatuaggio nazista. Preso dai sensi di colpa, andra’ alla ricerca della famiglia di quest’ultimo, trovando Marica (Sara Serraiocco), la figlia maggiore; Marcello (Luka Zunic), adolescente contagiato dal seme dell’odio razziale e il “piccolo” Paolo (Lorenzo Buonora). “Non e’ un film sul nazismo- ha dichiarato oggi durante un incontro con la stampa il regista- ma sugli effetti del nazismo, su cio’ che porta quel peso sulla coscienza di tutti quanti noi. L’intolleranza e’ un tema che mi sta a cuore. Mi sono documentato e ho chiesto a Luka Zunic, meno esperto rispetto ai suoi colleghi piu’ grandi, di fare lo stesso. E’ arrivato al provino vestito da trapper, con i capelli platino e le scarpe da ginnastica enormi, usando un linguaggio che capisce solo lui. Gli ho fatto vedere film come ‘L’odio” e ‘American History X’, l’ho rasato due mesi prima delle riprese e ho continuato a rasarlo a settimane alterne. Gli ho fatto indossare gli stivaletti del personaggio. E’ stato un esercizio di destrutturazione”.
Per quanto riguarda la scelta invece di Gassmann e Serraiocco il regista ha dichiarato di avere in mente loro fin dall’inizio. Gassmann che in conferenza ha spiegato il suo legame con il personaggio ricordando le sue origini ebraiche, e di come le paure dell’uomo che interpreto “sono in parte un po’ anche le mie e ancor piu’ quelle di mio padre (Vittorio Gassman), che si e’ trovato orfano di padre a 14 anni nel 1936 con una madre ebrea a Roma. Credo che sia stato il trauma piu’ forte della sua vita, del quale tra l’altro non mi ha mai parlato. Io queste cose le so attraverso i racconti di mia nonna”.
Per quanto riguarda il tema del perdono, anch’esso al centro della pellicola, l’attore ha quindi dichiarato: “Tutti facciamo errori, siamo creature imperfette, cessiamo di ragionare perche’ reagiamo in maniera sconclusionata, ma non possiamo gettarci nella mischia per sovrastare il nemico. Non e’ questo il gioco a cui dobbiamo partecipare. Ricostruire e’ molto piu’ complesso e lento che distruggere”. “Il tema principale del film e’ l’accettazione di noi e degli altri e il perdono puo’ essere una via molto efficace per riuscire in questo”, ha aggiunto Serraiocco.


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