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Il 21 marzo sarà la Giornata della memoria delle vittime di mafia

Il via libera definitivo e' arrivato dall'assemblea di Montecitorio che ha approvato, con 418 si' e e nessun contrario, il ddl che istituisce questa giornata

Pubblicato:01-03-2017 11:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:57

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ROMA  – Il 21 marzo di ogni anno sara’ celebrata la ‘Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie’.

Il via libera definitivo e’ arrivato dall’assemblea di Montecitorio che ha approvato, con 418 si’ e e nessun contrario, il ddl che istituisce questa giornata.

CHE COSA PREVEDE LA LEGGE

All’art. 1 del provvedimento si legge: “La Repubblica riconosce il giorno 21 marzo quale ‘Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie'”.


Art. 2: “La Giornata nazionale di cui al comma 1 non determina gli effetti civili di cui alla legge 27 maggio 1949, n. 260”.

Art. 3: “In occasione della Giornata nazionale di cui al comma 1, gli istituti scolastici di ogni ordine e grado promuovono, nell’ambito della propria autonomia e competenza nonché delle risorse disponibili a legislazione vigente, iniziative volte alla sensibilizzazione sul valore storico, istituzionale e sociale della lotta alle mafie e sulla memoria delle vittime delle mafie”.

Sempre Art. 3: “Al fine di conservare, rinnovare e costruire una memoria storica condivisa in difesa delle istituzioni democratiche, possono essere altresì organizzati manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri, momenti comuni di ricordo dei fatti e di riflessione, nonché iniziative finalizzate alla costruzione, nell’opinione pubblica e nelle giovani generazioni, di una memoria delle vittime delle mafie e degli avvenimenti che hanno caratterizzato la storia recente e i successi dello Stato nelle politiche di contrasto e di repressione di tutte le mafie. Le iniziative previste dal presente comma sono organizzate nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.

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