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BOLOGNA – Un muretto dedicato ad Andrea Purgatori, il giornalista scomparso a luglio e che fu tra i primi a occuparsi della strage di Ustica, indagando e portando fatti che smentivano le prime verità ufficiali sul disastro aereo che parlavano di ‘cedimento strutturale’. È stato inaugurato a Bologna, nel giorno del suo compleanno, proprio davanti al museo che conserva il relitto dell’aereo Dc-9 Itavia che il 27 giugno 1980 cadde causando la morte delle 81 persone a bordo. Presenti i figli Edoardo e Victoria e la compagna Erica Dall’Ara, che -insieme al sindaco Matteo Lepore e alla presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica, Daria Bonfietti- hanno svelato la targa che ricorda Purgatori, davanti a una folta platea di rappresentanti delle istituzioni: la presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti, la presidente del Consiglio comunale Maria Caterina Manca, la presidente del Quartiere Navile Federica Mazzoni, il deputato Pd Andrea De Maria, il segretario della Cgil Michele Bulgarelli, e anche Fiorenza Sarzanini, vicedirettrice del Corriere della Sera, sulle cui pagine scrisse le più celebri inchieste relative alla strage.
Sul cartello commemorativo, tra l’altro, è riportato anche un Qr code con cui poter accedere dallo smartphone proprio a quegli articoli di Purgatori. “È un modo per continuare quella che è stata la sua lotta in vita, perché è vero che lui adesso non c’è più- spiega Edoardo Purgatori- però chiunque potrà sedersi e leggere gli articoli, capire gli sviluppi e dove siamo oggi, perché dopo più di quarant’anni non abbiamo ancora avuto le risposte che meritiamo”. Per questo oggi “siamo sia felici, che tristi. Un mix di emozioni e allo stesso tempo grati, orgogliosi di essere qui”.
Per Edoardo, il lavoro di suo padre per Ustica “lo conoscono tutti, ma quello che mi emoziona profondamente da figlio di mio padre è il legame che lui ha instaurato con ognuno dei familiari: noi abbiamo perso un padre, ma loro hanno perso un fratello, un punto di riferimento nelle loro vite”. Anche Bonfietti sente di aver perso “un grande amico, un grande giornalista, che quando aveva 27 anni ha iniziato a lavorare per cercare di squarciare i muri di gomma che c’erano in giro. Un amico militare quella notte gli disse da Ciampino che l’aereo era stato abbattuto e di ‘non lasciarsi fregare’. Questo è quello che lui ha sempre fatto, e insieme a noi parenti delle vittime ha fatto questa battaglia”.
Una battaglia non ancora conclusa. “Come sapete non sappiamo ancora gli autori. All’inizio tutti dicevano ‘cedimento strutturale’. Andrea Purgatori ha creato il dubbio e lasciato questo tarlo nella testa di tantissimi di noi, inducendo poi moltissimi giornalisti a seguirlo, a lavorare insieme a lui e a cercare questo pezzo di verità che ancora è indicibile per moltissimi, anche per i nostri alleati che come sapete erano nei cieli quella notte”. In ogni caso “noi continueremo con l’idea, con la voglia, con il bisogno di trovare tutta la verità e con lo stimolo che ci ha dato Andrea Purgatori cercheremo di arrivare alla fine, e dire tutta la verità su questa vicenda”.
Per Lepore, in Purgatori “abbiamo ritrovato questa identità bolognese che per noi è fondamentale: la lotta costante per la verità e per la giustizia, che significa per noi la lotta per la democrazia e soprattutto lotta per la dignità della Repubblica italiana”. Non a caso infatti, ricorda il primo cittadino, un primo annuncio per ricordare il giornalista era arrivato “spontaneamente” durante l’ultima cerimonia commemorativa della strage del 2 agosto, nel piazzale della stazione dei Bologna. “Quel giorno abbiamo raccontato dal palco quanto per noi lui è stato importante e quanto oggi lo sia ancora”, conclude Lepore.
Nel giorno del ricordo di Andrea Purgatori prova a farsi sentire anche l’altra ‘verità’, da anni sostenuta da un’altra associazione di vittime. In occasione dell’inaugurazione del muretto al parco della Zucca vogliono dire la loro anche i rappresentanti dell’associazione Verità sul disastro aereo di Ustica. Sono loro che bollano come muretto “di gomma” l’evento, parafrasando il titolo del celebre documentario di Purgatori. Questo per “amore della verità”, scrivono in una nota Giuliana Cavazza e Flavia Bartolucci, rispettivamente presidente onoraria e presidente di Vdau. Assicurano che non sono mossi da “nessun tentativo di riscrivere le stragi”, ma solo dal desiderio di “consentire una narrazione fedele ai dati storici ed a quanto accertato nel processo penale, ma lontana da quella che è stata proposta sul piano mediatico”.
Così, l’associazione, che da anni porta avanti la tesi della bomba a bordo, sostiene che “chi ha tentato di scrivere la Strage di Ustica sulla base di ipotesi bollate dai Tribunali della Repubblica come ‘degne della trama di un film di spionaggio’ o ‘fantapolitica’ sono stati i sostenitori della inesistente battaglia aerea tra cui proprio il giornalista Andrea Purgatori”. Per questo “ciascuno è libero di rendergli onore e di ricordarlo come crede, ma nel farlo dovrebbe anche ricordare che gli articoli che si leggeranno tramite l’installazione del muretto raccontano storie lontane dalla verità, le stesse storie che hanno costruito il vero ed unico muro di gomma, quello eretto sul piano mediatico”.
La contestazione a Purgatori è stata respinta già nei giorni scorsi con forza dall’associazione dei parenti delle vittime della strage, che oggi per voce della presidente Daria Bonfietti, presente all’evento, torna a liquidare queste posizioni come “ridicole”, alla stregua di chi pensa che “la Terra è piatta”. “Cose che non voglio commentare- scandisce Bonfietti- io parlo perché leggo le inchieste, leggo le perizie, le ordinanze dei giudici, le sentenze, le ordinanze e questo ci hanno consegnato. Oggi però vorrei davvero parlare di Andrea Purgatori. Noi oggi abbiamo voluto fortemente questo momento per ricordarlo. Oggi è il suo compleanno e siamo qui insieme al sindaco, insieme ai figli di Andrea e alla sua compagna, per mostrare a tutti gli articoli che lui ha scritto sul Corriere dal 28 giugno 1980 fino al 2000 e che cortesemente il Corriere ci ha messo a disposizione raccogliendoli e mettendoli a disposizione di tutti i cittadini”. Da qui l’appello conclusivo di Bonfietti. “Facciamo memoria, facciamo storia, facciamo arte, andiamo avanti nella ricerca dell’ultimo pezzo di verità”.
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