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Catalogna, parla la blogger ‘del basilico’: “Qui tensione e… il-lusiò”

Maria Marchese è la presidentessa di Altritalia-Barcellona

Pubblicato:31-10-2017 14:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:50

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maria marcheseROMA – “Mi sveglio con il rumore degli elicotteri. Qui a Barcellona è dal 20 settembre che sorvolano costantemente case e strade”. Maria Marchese, classe 1981, dottoressa di ricerca in studi di genere con indirizzo storico, presiede l’associazione Altritalia-Barcellona ed è moderatrice della pagina “Italiani a Barcellona” che conta quasi 15mila iscritti. Nella città catalana, oltre a insegnare italiano come lingua straniera e scrivere romanzi, Maria tiene un blog, il “blog del basilico”, in cui racconta con tono lieve e ironico la sua vita da emigrata.

L’agenzia DIRE l’ha contatta nella prima giornata lavorativa dall’annuncio dell’applicazione dell’articolo 155 da parte del governo centrale di Mariano Rajoy, con cui il presidente della regione autonoma Carles Puigdemont e il suo governo sono stati dimessi.

Maria, originaria di Frattamaggiore, in provincia di Napoli, non è indipendentista, al contrario del ragazzo marchigiano, con cui convive nel quartiere di Poble-sec.


La presidentessa di ‘Altritalia’ auspica un referendum “pactado”, concordato tra il governo di Madrid e la Generalitat catalana. A pensarla come lei, secondo un sondaggio dell’istituto Metroscopia pubblicato dal quotidiano “El Paìs” a fine settembre, sono circa l’82% dei catalani.

“La situazione pesa anche sui rapporti sociali” racconta la blogger: “La questione sta dividendo le persone, influendo sulle amicizie, creando problemi di ogni tipo– racconta Maria-. Non arriverei a esagerare parlando di famiglie divise, anche se gli amici di origine andalusa hanno un bel filo da torcere quando devono confrontarsi con i loro parenti, me ne accorgo leggendo i loro post su Facebook”.

Per descrivere l’atmosfera che si respira a Barcellona, Maria usa due parole. La prima è italiana, “tensione”: “Temiamo conseguenze nefaste- afferma Maria- che ad alcuni degli italiani che sono venuti qui a lavorare, interessano solo dal punto di vista degli affari, perché qui in Catalogna hanno investito tempo e soldi e forse non capiscono che il razzismo non è nelle corde degli indipendentisti. Questi ultimi, anche quando non ne condividono idee e operato, fanno propria la massima dell’ex-presidente catalano, Jordi Pujol, per cui catalano è chi vive e lavora in Catalogna, con buona pace delle disquisizioni nostrane sullo ius soli”.

L’altra parola, catalana, usata da Maria per descrivere la crisi in corso è “Il-lusiò”: oltre ad avere un significato simile a quello dell’italiano “illusione”, il-lusiò vuol dire “felicità, aspettativa felice”. “Adesso sta a noi decidere quale significato dare a ‘il-lusiò’- commenta Maria con un sorriso, e aggiunge- personalmente, spero ancora in un movimento che sorga in tutto lo Stato spagnolo per una Spagna repubblicana e democratica”.

di Giulia Beatrice Filpi, giornalista

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