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Comunali 2019, il centrosinistra tiene Firenze, Bergamo, Bari e Modena. Male il M5S

Il centrodestra vince a Pavia, Perugia e Pescara

Pubblicato:27-05-2019 15:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:19
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ROMA – Il centrosinistra tiene Firenze, Bari e Bergamo, tre dei Comuni più grandi nei quali si è votato domenica 26 maggio per le amministrative. “Abbiamo lasciato la Lega ad una distanza abissale”, esulta Dario Nardella da piazza della Signoria.Il sindaco di Firenze ha ottenuto il 57% delle preferenze, vincendo sullo sfidante del centrodestra Ubaldo Bocci .

Giorgio Gori si riconferma Sindaco di Bergamo, battendo, al primo turno, lo sfidante di centrodestra Giacomo Stucchi. Negli ultimi 24 anni mai era accaduto che un incumbent venisse riconfermato nella città lombarda, che aveva visto alternarsi, da ben 25 anni, amministrazioni di centrodestra ad amministrazioni di centrosinistra.

Anche a Bari, il Sindaco uscente Decaro sconfigge al primo turno lo sfidante Pasquale Di Rella e si assicura un altro mandato.


IL CENTRODESTRA CONFERMA PAVIA E PERUGIA

A Pavia Fabrizio Fracassi (centrodestra), ottiene la vittoria al primo turno contro la sfidante Ilaria Cristiani (Centrosinistra), divenendo il nuovo Sindaco.

Lo stesso avviene a Perugia, con Andrea Romizi (centrodestra) che si riconferma Sindaco, vincendo al primo turno.

IL M5S PERDE LIVORNO, BALLOTTAGGIO TRA CDX E CSX

Il Movimento 5 Stelle perde la città di Livorno. Dopo la candidatura alle europee del sindaco uscente Filippo Nogarin, la proiezione Opinio per Rai (sul 14% del campione) prevede un ballottaggio tra Salvetti (CSX) 29,8% e Romiti (CDX) 29,7%. Anche qui, come a Firenze, il candidato della Sinistra Bruciati (SX) 14,8% supera quello del M5S Sorgente al 12,8%.

RICONFERMATO SINDACO BARI, DECARO FESTEGGIA: GRAZIE A CITTÀ

Maglioncino blu e jeans, viso stanco e occhi lucidi: Antonio Decaro è arrivato così in corso Vittorio Emanuele per festeggiare il risultato elettorale raggiunto e che gli consegna, per altri cinque anni, la guida di Bari. “Incontrare tanti baresi che mi abbracciavano e mi dicevano “io non voto normalmente quelli del tuo partito ma voglio votare te”, mi aveva fatto capire che ce l’avremmo fatta”, ha detto salendo su un piccolo sgabello trasformato in palco. Per l’esponente del Pd, sostenuto da altre dieci liste, si profila un plebiscito: consenso che va oltre il 65 per cento.

“Spero di poter continuare a tanti cittadini di migliorare le condizioni di vita della mia città. Un città che in questi anni è migliorata, è diventata più moderna, più europea, più turistica”, ha aggiunto e ha evidenziato che in questi mesi di campagna elettorale ha “sentito l’affetto della città. I numeri sono altro invece l’affetto questa volta era proporzionale all’affetto che ho trovato nelle urne”. “Sentirmi chiamare per nome significa che è caduto un muro tra i cittadini e le istituzioni e questa è la cosa che mi ha reso più orgoglioso in questi anni – ha proseguito – Questa vittoria, nonostante i numeri delle Europee, non è un miracolo, perché questa vittoria è il riconoscimento a cinque anni di buon lavoro, è il riconoscimento a tutte le persone che hanno lavorato in questi cinque anni, ai dipendenti del Comune che hanno dimostrato che quando si lavora insieme per un obiettivo, che è quello di migliorare insieme la nostra città, lo fanno compassione. È il riconoscimento a una squadra straordinaria che ho avuto di assessori, consiglieri comunali che non mi hanno mai, mai, mai fatto mancare il loro sostegno: non ho mai avuto una crisi di governo, non ho mai dovuto fare un rimpasto di giunta, sono stati sempre al mio fianco in questi cinque anni. Quello che è successo oggi – ha rimarcato – è un riconoscimento a tutte le persone che hanno lavorato con me giorno e notte e che hanno avuto la forza di lavorare con me che come sanno tutti sono rompiscatole specie quando le cose non vanno bene”. Il grazie del primo cittadino è stato rivolto anche alla famiglia e a tutti i baresi: “Grazie per avermi dato la possibilità di stare ancora con voi nei prossimi cinque anni e di emozionarmi con le emozioni di una grande famiglia che è una comunità di 300.000 persone, non lo dimenticherò”. “Per fortuna – ha scherzato Decaro – la legge prevede che ci sono solo due mandati quindi alla fine di questo mandato mi tolgo dalle scatole e non vi darò più fastidio”.

“Ora è il momento di prendere degli impegni: prometto a tutti quelli che mi hanno votato e soprattutto a quelli che non mi hanno votato, che io continuerò a fare ogni giorno quello che ho fatto in questi cinque anni, con maggiore impegno, con maggiore determinazione. Con maggiore sacrificio personale, se servirà, lo farò. E prometto di rispettare questa città, rispetterò tutti indipendentemente dal credo politico, dalle provenienze, dall’orientamento sessuale, da quello che ciascuno di noi fa ogni giorno e da quello in cui ognuno di noi crede ogni giorno. Lo farò perché credo che se solo riusciremo a rispettarci reciprocamente riusciremo a migliorare la nostra città questo è l’impegno che prendo davanti a voi oggi. Viviamo un momento difficile per il nostro Paese, per il Sud, ma continueremo – ha concluso – a tenerci per mano, a guardarci negli occhi, e a rispettarci perché così sono sicuro che le cose migliori verranno da sole. Questo dobbiamo fare nei prossimi cinque anni”.

MODENA, MUZZARELLI-BIS, LA PIAZZA CANTA BELLA CIAO

“La vittoria era nell’aria, sì, c’è stata una grande partecipazione e un grande impegno sui nostri valori. Grazie davvero di cuore”. Lo dice il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, confermato per il secondo mandato col 53,60% (a 180 sezioni scrutinate su 190) appena torna in Comune questa sera per commentare il risultato e fare festa con militanti e amici. Muzzarelli lo dice e lo ribadisce anche ai fan in piazza Grande, che lo accolgono con affetto mentre scende le scale del palazzo comunale e cantano, prima e dopo, Bella ciao. C’è anche il governatore Stefano Bonaccini, arrivato per tempo a palazzo. “Avevamo una nuova alleanza di centrosinistra per queste elezioni, con i nostri partiti e le nostre comunità civiche. Questo è un buon esempio e un buon esperimento per il Paese. Dobbiamo andare avanti in questa direzione per costruire una nuova Modena, unita nelle sfide del futuro, e per rimanere in Europa da protagonista”, scandisce Muzzarelli o meglio “Muzza”, come lo chiamano i supporter accompagnandolo col tifo lungo la discesa dello scalone. “La vittoria non era scontata? Era determinata, si sapeva che stava arrivando- insiste a margine il sindaco Pd confermato- perché sentivamo ogni giorno crescere la passione dei modenesi, che hanno ritrovato orgoglio e senso di appartenenza. E Modena ha capito che insieme si è più forti, più forti delle paure. Stiamo costruendo insieme il nostro futuro, proseguiremo già da domani”. E lo urla il sindaco anche in piazza: “Abbiamo dimostrato di essere forti, abbiamo dimostrato responsabilità e competenze, e soprattutto un programma condiviso col sistema economico-sociale e il terzo settore”.

CARLO SALVEMINI IL NUOVO SINDACO DI LECCE

Carlo Salvemini è il nuovo sindaco di Lecce. Il candidato di centrosinistra – appoggiato da 8 liste – che ha superato la soglia del 51 per cento dei consensi. Saverio Congedo, candidato del centrodestra, raccoglie il 33,11 per cento, Adriana Poli Bortone, supportata da Civiche unite, il 9,57, Arturo Baglivo del M5S il 4,83, Mario Fiorella, candidato per La sinistra comunale, 1,41 per cento.

BALLOTTAGGIO A SAN GIOVANNI ROTONDO, PAESE DEL PREMIER

San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia e paese in cui il premier Giuseppe Conte è cresciuto, conoscerà il nuovo sindaco il prossimo 9 giungo. Sarà ballottaggio, infatti, tra Michele Crisetti – Pd, San Giovanni rotondo popolare, Res – che ha raggiunto il 29,90 per cento delle preferenze e Giuseppe Mangiacotti – FdI, Udc, Lega, Mangiacotti sindaco, Pdc – che ha conquistato il 41,41 dei consensi. “Pensavamo di farcela, abbiamo lavorato bene ma qualcosa non è andata a buon fine – ammette Mangiacotti – Il 9 giugno vinceremo e lavoreremo fin da ora per affermarci”.

MASCI (CENTRODESTRA) ELETTO SINDACO PESCARA AL PRIMO TURNO

“Un pensiero a due persone, a mio padre che mi ha sempre spinto a fare politica, e a Carlo Pace, mio ‘padre’ politico, che avrebbe vissuto in maniera stupenda questa cosa e che ora gioisce dal paradiso”. Non trattiene le lacrime Carlo Masci: è lui il nuovo sindaco di Pescara. La giornata l’ha trascorsa con sua moglie mentre ad aspettarlo, al comitato di viale Bovio, c’erano i figli che Masci è corso ad abbracciare. Accanto a lui il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia, Nazario Pagano, “che ha sempre creduto in me”, afferma. “Sì- aggiunge con la voce spezzata e un sorriso incontenibile- per me questa è una rivincita”. Masci, infatti, aveva sfiorato la vittoria nel 2003, ma in quell’occasione il ballottaggio gli era stato fatale. “Essere il sindaco di Pescara- dice ancora Masci- città che amo, vuol dire che ci siamo c’eravamo e ci siamo sempre”. Poi un appello agli altri 7 candidati: “Voglio lavorare anche con loro perché Pescara merita una Giunta, un’amministrazione e un Consiglio che sarà uno dei migliori in Italia. Abbiamo le competenze”. La sua prima azione sarà quella di “organizzare una task force che pulisca il mare e andrò nei quartieri popolari dove ho visto in questo mese tutta la sofferenza dei pescaresi. Sicurezza, periferie, turismo e commercio sono le cose su cui lavorerò”. “Questa campagna e mia elezione- aggiunge ricordando l’esperienza del 2003- ha dimostrato che uno non si deve mai abbattere nella vita c’è sempre la possibilità di vincere”. E ironizzando aggiunge: “Intanto spero di riportare il sole, non lo vediamo da 40 giorni ed è troppo”.

A POTENZA VERSO BALLOTTAGGIO GUARENTE-TRAMUTOLI

A Potenza si profila una sfida al ballottaggio tra il candidato sindaco del centrodestra, il leghista Mario Guarente, sostenuto anche dalle liste di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Idea, Potenza civica e ‘Lista civica per la città, e il candidato sindaco di sinistra, Valerio Tramutoli, sostenuto da due liste, ‘La Basilicata possibile’, con cui corse anche alle scorse regionali, e ‘Potenza città giardino’. Nessuno degli aspiranti alla fascia tricolore pare poter superare la soglia del 50% che non richiederebbe il ricorso al secondo turno. Quando sono state scrutinate 47 sezioni su 77 Guarente è in testa con il 45,16% contro il 27,3% di Tramutoli. Fuori dai giochi, a meno di colpi di scena, sembra essere la candita ufficiale del centrosinistra Bianca Andretta di Articolo 1 Mdp sostenuta anche da Pd, +Europa e la lista civica ‘La Potenza dei cittadini’. Andretta, unica donna in corsa per la poltrona da sindaco, è al 18,4%. Male anche il candidato del Movimento 5 Stelle, Marco Falconeri, per il momento al 7,1%. A seguire con il 2,04% Giuseppe Ferraro della lista ‘Potenza nel cuore’.

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