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Bankitalia, Camusso: “Che leggerezza, così si mette a rischio credibilità paese”

Susanna Camusso critica sulla situazione di tensione che si è creata ieri tra Pd e Governo sulla riconferma di Visco

Pubblicato:18-10-2017 09:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:48

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ROMA – Confermerebbe Ignazio Visco come governatore della Banca d’Italia? “Se si pensa di non farlo lo si deve fare sulla base di ragioni che non mettano a rischio la credibilità del Paese“. Risponde così la leader della Cgil, Susanna Camusso, ospite di 24Mattino su Radio 24.

Per la sindacalista “l’immagine che rende di più la valutazione della giornata di ieri è un ministro sempre così pacato come Padoan che si mette ad urlare al telefono. Questo dà l’idea della leggerezza con cui si affronta un tema così importante come quello della indipendenza delle istituzioni del paese”.

Camusso osserva che siamo di fronte a “un’operazione che scarica su Bankitalia una gestione delle crisi bancarie che non è solo responsabilità di Bankitalia”.



Questi i fatti: ieri pomeriggio il Pd ha presentato una mozione che di fatto era contro la riconferma di Ignazio Visco alla guida Bankitalia. Il Governo ha fatto ‘correggere’ il tiro e facendo cancellare le quattro righe più dure del documento, in cui si attaccava il Governatore sostenendo che non aveva fatto abbastanza per governare la crisi e prevenirla. Alla fine la mozione è passata con 213 voti a favore. In serata è arrivato anche il richiamo del Colle, con Sergio Mattarella che per tramite di un’agenzia stampa straniera ha richiamato tutti al rispetto delle istituzioni e chiarito che nella scelta del Governatore di Banca d’Italia la priorità dev’essere la tutela dei risparmiatori e dell’interesse del Paese.

Quanto al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, le voci di corridoio raccontano che venuto a conoscenza della mozione Pd (Prima firmataria Silvia Fregolent), il ministro fosse letteralmente su tutte le furie e abbia preso in mano il telefono sbraitando con Gentiloni: “Dimmi che non è vero“. E anche: “Non ci credo, Paolo, non ci credo”.

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