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A Bologna chiude il cinema Capitol, licenziati i lavoratori

Da tempo le cose non andavano bene e i lavoratori avevano denunciato mala gestione e continui ritardi nel pagamento degli stipendi

Pubblicato:18-05-2017 14:49
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:14

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BOLOGNA – Il cinema “Capitol” chiude e licenzia i lavoratori. Lo fanno sapere i sindacati di categoria Slc-Cgil Fistel-Cisl Uilcom-Uil Bologna in una nota. “La società Cine Servizi società cooperativa che ha in gestione il Cinema Capitol, ha licenziato i lavoratori e chiude la sala cinematografica”, si legge nella nota. La società, prosegue il comunicato, “era già nota per le ripetute denunce di mala gestione, di mancato rispetto delle norme contrattuali e di continui e prolungati ritardi nel pagamento degli stipendi. Questa situazione, che faceva presagire l’attuale triste epilogo, aveva portato il sindacato a manifestare con un presidio davanti al Cinema lo scorso anno”. Quella azione, ricordano le sigle di Cgil, Cisl e Uil, “aveva portato al pagamento degli stipendi arretrati ma purtroppo non era riuscita a rimuovere l’anacronistica chiusura ad ogni confronto sindacale da parte della direzione del Cinema. Il sindacato denuncia che le lettere di licenziamento sono arrivate insieme al sollecito per una restituzione di somme “che la Cine Servizi avrebbe dato in più in busta paga per un presunto ‘errore’, addirittura minacciando i dipendenti di citarli in giudizio“. Una richiesta secondo il sindacato “pervenuta anche a lavoratori che hanno lavorato in passato al cinema Capitol e che attualmente sono disoccupati, in pensione o lavorano negli altri cinema del gruppo”, cioè il Chaplin e il Fossolo.

Promette il sindacato: “Daremo a tutti questi lavoratori, sfruttati licenziati e beffati, il massimo sostegno sindacale e legale”. Inoltre, si legge ancora nella nota “riteniamo la chiusura del Capitol un danno non solo per i lavoratori ma per tutta la città, un impoverimento per tutto il centro storico bolognese che, anziché arricchirsi di nuovi spazi culturali e di incontro, predilige trasformare l’esistente in attività commerciali”. Infatti, “c’è un sospetto che dietro la chiusura di un luogo di cultura ci possa essere una operazione legata a sviluppi immobiliari tutti da indagare. Per tutti questi motivi abbiamo inoltrato una richiesta di incontro agli assessorati competenti anche per un approfondimento delle norme attualmente in vigore in merito al divieto di cambio di destinazione di uso per le sale cinematografiche”.

di Mirko Billi, giornalista professionista


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