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Banche. Cgia: “Meno 110 miliardi di credito ai privati, aumenta il rischio usura”

ROMA - Negli ultimi 3 anni le famiglie e le imprese

Pubblicato:08-03-2015 12:31
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:09

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soldiROMA – Negli ultimi 3 anni le famiglie e le imprese italiane hanno subito una contrazione nell’erogazione degli impieghi pari a 110 miliardi di euro. Un fenomeno, sottolinea la Cgia, che potrebbe aver alimentato il rischio usura.

In attesa che da domani scatti la nuova operazione della Bce chiamata Quantitative easing, l’Ufficio studi della CGIA ricorda che tra il 2011 e la fine del 2014 le operazioni di rifinanziamento a lungo termine lanciate da Francoforte hanno consentito al nostro Paese di ricevere 305 miliardi di prestiti (pari al 25 per cento del totale erogato nell’area dell’euro).
Se nel dicembre del 2011 la Bce ha erogato al nostro sistema creditizio 116 miliardi con il LTRO 1, qualche mese dopo (febbraio 2012) se ne sono aggiunti altri 139 miliardi, grazie all’operazione LTRO 2. In tempi più recenti, infine, con il TLTRO 1 (del settembre 2014) e con TLTRO 2 (del dicembre 2014) abbiamo percepito rispettivamente 23 e 27 miliardi di euro. Misure, queste ultime, che a differenza delle  prime due avevano un vincolo: i soldi ricevuti dovevano finanziare esclusivamente l’economia reale (famiglie e imprese).
Nonostante ciò, segnala l’Ufficio studi della CGIA, le operazioni LTRO e TLTRO non hanno ancora consentito una ripresa degli impieghi al nostro sistema economico, anche se nell’ultimo anno si è registrato un rallentamento della stretta creditizia: tra la fine del 2013 e lo stesso periodo del 2014 gli impieghi in Italia sono diminuiti dello 0,9 per cento (passando da 1.401,7 a 1.388,8 miliardi di euro).

“Con il Quantitative easing – segnala il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – la Bce si impegna ad acquistare titoli dei settori pubblici e privati per un ammontare di 60 miliardi di euro al mese. Complessivamente la Banca centrale dovrebbe erogare fino al prossimo mese di settembre del 2016 più di 1.000 miliardi di euro. Di questi 1.000 miliardi, sostengono alcune importanti società finanziare europee, tra i 130 e i 150 miliardi  di euro dovrebbero interessare l’Italia, con l’obbiettivo di ridare liquidità al nostro sistema economico che negli ultimi tre anni ha subito una contrazione nell’erogazione del credito del 7,4 per cento che, in valore assoluto, corrisponde a una riduzione dei prestiti pari a 110 miliardi di euro”.


Ma le preoccupazioni della CGIA riguardano anche un altro aspetto spesso trascurato. “Anche se negli ultimi anni il numero delle denunce effettuate alle Forze di polizia e all’Autorità giudiziaria è rimasto molto contenuto e non presenta variazioni di rilievo – conclude Bortolussi – esiste il ragionevole sospetto che la forte contrazione dei prestiti registrata nei confronti delle famiglie e soprattutto delle imprese abbia incentivato molti di questi soggetti a ricorrere a forme illegali di approvvigionamento del credito, con il rischio che la piaga dell’usura sia in aumento. Per questo, il provvedimento di politica monetaria che partirà domani va salutato positivamente, non solo per ridare liquidità e fiducia al sistema economico, ma soprattutto per scongiurare la presenza di soggetti che con l’economia reale nulla hanno a che fare”.

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