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Unioni civili. Pd ragiona su adozioni e apre a Ncd su utero in affitto

ROMA - A circa due settimane dalla ripresa in aula al Senato dell'esame del ddl sulle unioni civili,

Pubblicato:08-01-2016 16:48
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:46

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ROMA – A circa due settimane dalla ripresa in aula al Senato dell’esame del ddl sulle unioni civili, il Pd cerca di trovare la sintesi sulla norma piu’ contestata del testo, contenuta all’articolo 5: la stepchild adoption, ossia la possibilità, all’interno delle coppie gay, di consentire, ad una delle parti, di adottare il figlio biologico del partner.

Norma che, tra l’altro, l’Ncd di Angelino Alfano collega alla questione dell’utero in affitto e che il Pd, per stemperare i toni potrebbe decidere, viene riferito da fonti del partito, di affrontare nel ddl Cirinnà ribadendone la condanna.

unioni civili


Durante la riunione settimanale dei capigruppo del Pd a Palazzo Chigi con il governo, per fare il punto sui calendari parlamentari, si è preso atto che le posizioni tra chi preme per non toccare la ‘stepadoption’ e l’area cattolica in Senato che ha proposto l’affido rafforzato sono ancora inconciliabili. Nessun cedimento, viene riferito da fonti del partito, arriva da nessuna delle due parti. Per questo il premier Matteo Renzi e il ministro Maria Elena Boschi hanno precisato ai capigruppo Luigi Zanda (Senato) ed Ettore Rosato (Camera) che il governo non prenderà posizione con un suo emendamento ma lascerà che la mediazione politica si trovi in aula attraverso confronto tra i gruppi, che potrebbe portare, inevitabilmente, a maggioranze variabili.

Durante la riunione a Palazzo Chigi, viene poi riferito, sono stati valutati alcuni sondaggi che rivelano che in realtà il termine ‘adozione per i gay’ è ancora vissuto dalla stragrande maggioranza degli italiani, al di là dell’orientamento cattolico, con un disagio trasversale. Sarà bene insistere sul punto, è stata la riflessione, o sarebbe meglio cercare una formula piu’ ristretta della stepchild? L’ipotesi dell’affido rafforzato, proposto da piu’ di 22 senatori Dem cattolici, contiene invece dei profili giuridici troppo complessi per essere preso in considerazione. Per cercare di trovare una soluzione in Senato sono stati quindi delegati Giorgio Tonini e Francesco Russo. Tra circa una decina di giorni, nella settimana che va dal 18 al 22 gennaio, verra’ convocata da Luigi Zanda una riunione del gruppo a Palazzo Madama che si occuperà del tema (niente quindi piu’ Direzione ad hoc). Ma la vera novità che è emersa dalla riunione a Palazzo Chigi è che si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di ribadire nel ddl Cirinnà la condanna utero in affitto: si tratterebbe sicuramente di un’apertura all’Ncd di Alfano che da tempo martella sulla questione (intensificando le proteste negli ultimi giorni). Ma una riflessione è stata anche sollecitata dal documento delle femministe uscito prima di Natale per condannare la pratica della maternità surrogata. La formula, naturalmente, è ancora tutta da trovare.

di Maria Carmela Fiumanò, giornalista professionista

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