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La gioia del più giovane dei grandi pizzaioli napoletani: “A Napoli c’è futuro”

'Sono saltato di gioia. I ragazzi non dovranno più scappare da questa terra, qui c'è futuro', dice Ciro Oliva dopo il riconoscimento Unesco

Pubblicato:07-12-2017 16:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:58

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NAPOLI – Gino Sorbillo, Enzo Coccia, Antonio Starita e Ciro Oliva. Sono i quattro ambasciatori della pizza napoletana che prima dell’alba si sono riuniti nello storico locale di Gino Sorbillo, in via Tribunali, per brindare al nuovo patrimonio Unesco: l’arte del pizzaiuolo napoletano.

“Gino mi ha chiamato alle 4,15 per darmi la notizia, sono saltato di gioia. I ragazzi non dovranno più scappare da questa terra, qui c’è futuro”, racconta alla Dire il più giovane tra i grandi pizzaioli napoletani, Ciro Oliva, prima di tornare ai festeggiamenti.


Classe 1992, la sua pizza lo scorso anno è stata premiata dal Gambero Rosso “la migliore d’Italia” e il suo locale, Concettina ai Tre Santi, nel cuore del rione Sanità, è stato inserito nella guida delle migliori pizzerie d’Italia 2017. Quando ha ricevuto quel premio ha pianto tanto; oggi sorride, di fianco ai suoi colleghi Gino, Enzo e Antonio. Ha indossato la sua camicia bianca ed è corso dagli altri pizzaioli a impastare farina, acqua, lievito e un po’ di sale. Poi fritta o cotta nel forno a legna, e la pizza ai Tribunali oggi viene consegnata gratis per celebrare il riconoscimento dell’Unesco.


“Non festeggiamo con lo champagne ma sfornando pizze a non finire – dice Oliva – per gioire di questa vittoria insieme al nostro popolo”. E su Facebook i 4 si riprendono durante i festeggiamenti: “e vai! Ce l’abbiamo fatta. Questa è la nostra pizza, questa è la nostra vita“.

“Finalmente dopo 300 anni il nostro mestiere viene riconosciuto – commenta con gioia Gino Sorbillo -. Faremo sempre lo stesso lavoro ma ora abbiamo un’identità maggiore, abbiamo un riconoscimento globale che va a noi ma anche ai nostri nonni, ai bisnonni, a tutti quelli che hanno reso possibile tutto questo. Tutti insieme rappresentiamo 500 anni di pizza napoletana”. Per Enzo Coccia, maestro pizzaiolo di “La Notizia”, il riconoscimento Unesco “è un passaporto per i nostri figli e nipoti, la pizza è il futuro della nostra città”.

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