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Riforme, sospesi i senatori verdiniani per insulti sessisti. D’Anna si sfoga: “A Grasso scateniamo una gazzarra…”

ROMA - E' indignato il senatore verdiniano Vincenzo D'Anna, sospeso

Pubblicato:05-10-2015 19:32
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:36

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vincenzo-dannaROMA – E’ indignato il senatore verdiniano Vincenzo D’Anna, sospeso per cinque giorni dall’aula di Palazzo Madama, per effetto di una decisione dell’ufficio di presidenza. Al termine della seduta, D’Anna protagonista, insieme al collega del gruppo Ala, Barani, della bagarre scatenata da gesti sessisti nei confronti di Barbara Lezzi del M5S si confida coi giornalisti. E confessa la grande delusione ricevuta da Pietro Grasso: si aspettava che il presidente lo difendesse e invece…

“Sono amareggiato. Ma tu vuoi vedere che passo io per scurrile? A me dispiace per mia moglie, per i miei figli, per le mie sorelle. Io ho avuto schiaffi da mio padre se non salutavo… E quello accusa me quando io sono andato solo ad avvisare. E invece fa il vigliacco, e non mi difende. Io sono andato a riferire il gesto della Lezzi. Tu- dice D’Anna riferendosi al comportamento tenuto da Grasso in ufficio di presidenza – vedi nel filmato che io faccio cosi’ e dici che Enzo d’Anna…” Il senatore di Ala si difende: “Io ho solo mimato il gesto. Dicevo alla Lezzi: ‘ma mo che cazzo vuoi? Ca chist ha fatto accussi’ (e mima il gesto con la mano in bocca, ndr) e tu nun facevi accussi? (e mima l’altro gesto, quello incriminato, ndr). E glielo dicevo da lontano. Poiche’ i giornalisti mi hanno ripigliato a me’, ci so’ andato io sotto processo. Per il gesto postumo, per il gesto della spiegazione”.

Ma anche Verdini sembrava arrabbiato. “Verdini sta molto arrabbiato con Grasso. E Grasso, non dico che la paghera’ perche’ non e’ una minaccia, ma la prima mosca che vola in aula e che va contro gli scateniamo una gazzarra che non hai idea”. Ma cosi’ le rallentate le riforme? “Ma che ce ne fotte.  Io sono un grande liberale… Von Hayek, Von Mises. Io posso fare i concioni e devo essere chiamato dalla gente per una fetenzia del genere…”.


di Alfonso Raimo – giornalista professionista

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