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Impagnatiello: “Ho somministrato veleno a Giulia, ma volevo fare del male solo al bambino”

Emergono ulteriori dettagli sull'omicidio della 29enne, avvenuto esattamente un anno fa. Le dichiarazioni dell'assassino davanti ai giudici

Pubblicato:27-05-2024 14:51
Ultimo aggiornamento:27-05-2024 18:57

giulia-tramontano
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ROMA –  “Se ho somministrato veleno per topi a Giulia Tramontano? L’ho fatto in due occasioni, nel mese di maggio, a distanza ravvicinata. Le ho somministrato le dosi mentre dormiva, nel sonno. Non volevo recare danno a Giulia, volevo provocarle l’aborto”. Lo ha detto Alessandro Impagnatiello davanti ai giudici della Corte d’assise di Milano, nel corso del processo che lo vede imputato per l’assassinio della sua compagna Giulia Tramontano.

“La sensazione era che l’arrivo del bambino potesse farmi perdere Giulia- confessa Impagniatiello- interrompere la relazione, stufarsi e allontanarsi da me. Iniziai a fare queste ricerche (sui topicidi, ndr) all’esclusivo scopo di provocare un aborto, non per farle del male. Non volevo assolutamente fare del male a Giulia. L’unico, scopo, purtroppo, era colpire il bambino. Ero in uno stato di annebbiamento, era poi come si risvegliassi, mi dessi pizzicotti sulla pelle, mi distaccavo ed entravo in una realtà allucinante”.

Impagnatiello ha risposto alle domande anche su come avrebbe tentato di disfarsi del cadavere: “Ho gettato benzina e liquido infiammabile sul corpo di Giulia senza mirare a una ferita in particolare. Non ero in me. Quei prodotti li ho gettati casualmente, poteva essere una gamba, come il tronco o una spalla”. Ha inoltre affermato di aver tentato di ingannare investigatori e genitori: “Il box non lo avevo reso visibile al primo sopralluogo dei carabinieri perché lì avevo nascosto il corpo di Giulia. Alla mia famiglia dissi che lì dentro c’erano delle piantine di marijuana per uso personale, in realtà era perché c’era il corpo di Giulia”.


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