NEWS:

Colpito da eruzione Vesuvio, rinasce mosaico I secolo/FOTO e VIDEO

Il mosaico è stato rimosso dalla villa dove si trovava ai piedi del Vesuvio ed è arrivato nei laboratori dell'Iscr

Pubblicato:08-07-2017 13:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:30

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Le onde tutte intorno a formare la cornice bianca e nera, come il resto della scena. Al centro, la grande ancora con la punta anellata, circondata da due delfini e due nuotatori perfettamente speculari. Ai lati esterni, gruppi di tessere annerite e, poco più in là, macchie di materiale in ferro sciolto dalle fiamme. Sì, perché quando il Vesuvio esplose in tutta la sua forza distruttrice nell’eruzione del 79 dopo Cristo, il bellissimo mosaico pavimentale era già lì, nella villa di epoca romana ai piedi del vulcano. La scena marina “in cui sono rappresentati motivi decorativi presenti anche a Pompei” arricchiva l’impianto termale e ne delimitava il Calidarium, l’aula dedicata ai bagni caldi.

Quando nel 1995 gli archeologi hanno scoperto il complesso antico, quei segni lasciati dal Vesuvio hanno reso possibile datare la Domus tra il I secolo avanti Cristo e l’inizio del I dopo Cristo. Ma con le testimonianze dell’eruzione, i danni subiti nei secoli dal pavimento musivo erano tutti lì, tra deformazioni e un dissesto strutturale che ne comprometteva l’integrità. La Soprintendenza di Pompei, Ercolano e Stabia ha così deciso di rimuoverlo e sistemarlo su sei pannelli. È così che il mosaico, grande circa nove metri quadri, è arrivato nei laboratori dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (Iscr).


L’INTERVENTO CONSERVATIVO

Tre semestri per far tornare a splendere il mosaico su cui hanno lavorato gli allievi iscritti alla Scuola di Alta formazione, guidati dalle restauratrici specializzate in mosaici e stucchi, Daniela Gennari e Valeria Massa.


Dopo le fasi preliminari di documentazione grafica e studio dell’opera, l’equipe ha proceduto ad un trattamento biocida e alla pulitura chimica dell’intera superficie per la rimozione dei residui di adesivi usati in precedenti interventi. Rimosse anche le stuccature, mentre le tessere mobili sono state messe in sicurezza. Poi, le esperte hanno proceduto anche con l’integrazione delle lacune reintegrabili.

E’ quello che si definisce ‘presentazione estetica’ dell’opera che, una volta tornata alla Soprintendenza, verrà esposta in diverse sale museali. “Abbiamo realizzato alcune integrazioni a pseudo-tessere in malta incisa- racconta all’agenzia Dire Valeria Massa- realizzate con inerti di diverse tonalità e granulometria al fine di avvicinarsi il più possibile alla cromia originale. Naturalmente, una leggera differenza è anche positiva, perché a una distanza ravvicinata si deve sempre poter riconoscere l’intervento ma, osservando il mosaico nella sua interezza, l’occhio deve poter leggere l’immagine nel suo insieme”.

IL SUPPORTO, OVVERO IL RESTAURO DEL RESTAURO

Entro il mese di luglio il pavimento musivo tornerà alla Soprintendenza, pronto a essere esposto in diverse occasioni. La sua valorizzazione non ne compromette la tutela, garantita dal nuovo supporto realizzato dalla ditta Equilibrarte su indicazioni dell’Istituto Superiore.

“Quando alla fine degli anni Novanta è stato rimosso dal sito per motivi di sicurezza- spiega Daniela Gennari- il mosaico è stato collocato su supporti formati da sei pannelli. Tuttavia, quando è arrivato qui ci siamo resi conto che non erano più adeguati a sostenerne il peso e le movimentazioni. Ci siamo quindi trovati ad affrontare un restauro del restauro”. Con l’aiuto degli studenti, le restauratrici hanno rimosso i vecchi pannelli e li hanno sostituiti con una struttura molto più agevole e moderna. “Il nuovo supporto è costituito da una struttura rigida a sandwich, con un’anima interna in schiuma Pet da 50 millimetri posta tra due pelli laminate a mano in resina e tessuto di fibra di vetro e di carbonio- specifica la restauratrice- I cinque pannelli sono stati realizzati appositamente per il mosaico e poi sagomati a seconda dei profili delle sezioni. Su ognuno di essi è stata fatta aderire la sezione musiva corrispondente, opportunamente preparata con malte idonee che hanno sostituito quelle applicate nel precedente restauro”.

Adesso, i nuotatori, i delfini e la grande ancora sono di nuovo in sicurezza, pronti a tornare nelle loro terre e a essere ammirati da tutti.

di Nicoletta Di Placido, giornalista professionista

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it