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VIDEO | La ‘guardiana’ delle cime valdostane: il cambiamento climatico oggi è una sfida educativa

La Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur proprio quest’anno festeggia i suoi primi vent’anni di vita

Pubblicato:04-09-2022 17:17
Ultimo aggiornamento:04-09-2022 17:20
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COURMAYEUR (AOSTA) – Il nastro della storia si riavvolge e l’orologio del tempo si ferma su una data precisa. È il 2 agosto 1993. Uno schianto fortissimo, poi un boato. Un seracco di quasi 200.000 metri cubi di ghiaccio si stacca dalle Grandes Jorassess, nel massiccio del Monte Bianco, travolgendo otto alpinisti. Una tragedia che non lascia indifferente nessuno, tantomeno la guida alpina valdostana Renzino Cosson che, con l’aiuto di un esperto, inizia a monitorare la parte alta del seracco. Un’intuizione che si trasformerà, qualche anno dopo, in una missione, consolidare e sviluppare la cultura della sicurezza in montagna, e in un braccio operativo, la Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur, che proprio quest’anno festeggia i suoi primi vent’anni di vita.

Istituita con la legge regionale del 24 giugno 2002, la Fondazione osserva e monitora ghiacciai e frane, collabora con l’amministrazione regionale nella redazione del bollettino neve e valanghe, si occupa di sostenibilità ambientale e formazione. La sua sede è Villa Cameron, l’edificio all’imbocco della Val Ferret donato alla Regione dall’alpinista scozzese Miss Una Cameron. “La nostra attività era cominciata con le attività glaciologiche e i progetti di cooperazione europea dell’Espace Mont-Blanc- spiega il segretario generale della Fondazione Jean Pierre Fosson– nel 2008 si è unita a noi l’area neve e valanghe, con tutti i previsori che supportano l’emissione del bollettino e via così verso nuovi progetti. Adesso siamo una ventina di persone e abbiamo una dozzina di progetti europei in corso e guardiamo avanti perché comunque questa condizione della montagna e la sua evoluzione ci impone un’attenzione particolare”.

Vent’anni fa -quando la Fondazione Montagna Sicura è nata- gli effetti dei cambiamenti climatici erano di certo già evidenti, oggi si sta sfiorando il punto di non ritorno. Le temperature si alzano e i ghiacciai si ritirano sempre più velocemente, diventano scuri, pericolosi, svuotati del loro misterioso fascino. E allora bisogna far si che tutto questo diventi patrimonio dei più giovani, ambasciatori del futuro del pianeta. “Non dobbiamo scoprire il valore di avere 184 ghiacciai e un terzo della superficie glacializzata italiana solo adesso perché è una risorsa così minacciata- afferma Fosson- dobbiamo partire sin dalle scuole per far conoscere il nostro territorio e questa è una sfida che la Fondazione Montagna Sicura con tanti altri enti sta cercando di portare avanti. Ed è una sfida educativa perché l’adattamento del cambiamento climatico parte da un approccio culturale che deve sicuramente partire dai giovani”.


E con i suoi monitoraggi e i suoi studi scientifici, la Fondazione punta sempre di più ad affiancare i sindaci valdostani, prime ‘sentinelle’ del territorio insieme ai cittadini, nella gestione delle diverse calamità. “I sindaci hanno veramente bisogno del nostro apporto, del nostro supporto e della nostra attività- sottolinea il segretario generale- perché cambia tutto talmente rapidamente che ce n’è bisogno”.

Al suo fianco, in questo cammino, c’è l’amministrazione regionale. La Fondazione e le sue attività sono diventate nel tempo una componente essenziale del dipartimento Programmazione, Risorse idriche e Territorio e del dipartimento Ambiente della Regione Valle d’Aosta. Le sue competenze varcano anche i confini regionali. Costante è la collaborazione con l’Espace Mont-Blanc -che riunisce la Valle d’Aosta, la Savoia e il Vallese- con cui sta lavorando alla candidatura del Monte Bianco a patrimonio dell’Unesco e alla ‘feuille de route’ sull’adattamento ai cambiamenti climatici. E, guardando al futuro, le possibilità di crescita e di sviluppo sono ancora molte. “La Fondazione è cresciuta tanto in questi anni ed è diventata uno strumento operativo- spiega il presidente della Regione Valle d’Aosta e assessore regionale ad interim all’Ambiente Erik Lavevaz- c’è ancora la possibilità di crescere visto anche il livello scientifico che c’è all’interno di Fondazione Montagna Sicura con dei ragazzi giovani con un’altissima preparazione, in particolare nell’ambito della ricerca, con delle prospettive di sviluppo più specifiche e più puntuali sul monitoraggio del territorio che non può che tornare utile alla Regione sia per questioni di protezione civile sia per il territorio stesso”.

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