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Ama, parla l’ex presidente Bagnacani: “Difficoltà create a tavolino”

L'ex presidente di Ama, Lorenzo Bagnacani, interviene nel corso di un'audizione in commissione regionale Rifiuti sulla vicenda del bilancio 2017 dell'azienda bocciato dal Campidoglio

Pubblicato:01-03-2019 13:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:10
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ROMA – “Sull’Ama pubblica e sul suo destino non ho la sfera cristallo e non mi è chiaro il progetto sottostante. Mi è chiaro dove volevamo andare come azienda, non mi sono chiare tutte queste difficoltà che non esistevano in natura, che sono state generate a tavolino e che hanno rallentato questo percorso”. Così l’ex presidente di Ama, Lorenzo Bagnacani, nel corso di un’audizione in commissione regionale Rifiuti sulla vicenda del bilancio 2017 dell’azienda bocciato dal Campidoglio, con successiva revoca degli amministratori da parte del sindaco di Roma, Virginia Raggi.

“Il bilancio 2017 non è ancora stato approvato- ha aggiunto spiegando le sue ipotesi sui motivi della bocciatura del documento- ci è parso di capire che il tema certo non erano i 18 milioni di euro (di crediti cimiteriali contestati dal Comune, ndr), ma come sensazione sembrava quasi ‘purché questo bilancio sia in perdita’”.

AMA. BAGNACANI: DIMENSIONE PUBBLICA PUÒ ESSERE MESSA IN DISCUSSIONE

“Nei dichiarati nessuno ha mai negato la dimensione pubblica di Ama, ma se osserviamo la dinamica dei fatti per casualità si sta forse andando in un percorso dove il fatto che Ama rimarrà pubblica può essere messo in discussione”. Così l’ex presidente di Ama, Lorenzo Bagnacani, nel corso di un’audizione in commissione regionale Rifiuti sulla vicenda del bilancio 2017 dell’azienda bocciato dal Campidoglio, con successiva revoca degli amministratori da parte del sindaco di Roma, Virginia Raggi.


Bagnacani mette in fila alcuni elementi e menziona la delibera di giunta del 2015 che di fatto apriva alla privatizzazione di alcuni servizi svolti da Ama (che la giunta Raggi, dopo diverse interlocuzioni con i sindacati, si era impegnata a modificare senza però procedere in questo senso fin qui).

Evidenzia dunque: “Immaginandoci due bilanci consecutivi da approvare allo stesso momento, non avendo trovato una sintesi rispetto al progetto aziendale, se il bilancio 2017 e’ in perdita, se il bilancio 2018 venisse chiuso in perdita, se l’azionista denuncia l’inefficienza dell’azienda e se è vero che esiste una delibera 52 del Comune del 2015, quella delibera apre la porta a una eventuale privatizzazione di Ama”.

AMA. BAGNACANI: DA SUBITO PARTITA BILANCIO AVEVA ASSUNTO PORTATA STRANA

Il ruolo del dg di Roma Capitale, Franco Giampaoletti, nella vicenda della bocciatura del progetto di bilancio 2017 di Ama “è stato presente, come quello di Lemmetti anche se più defilato. Non siamo riusciti a fare sintesi su una questione banale, parlavamo di 18 milioni su 800, una cosa che non ha un valore adeguato per avere generato tutta questa situazione”. Così l’ex presidente di Ama, Lorenzo Bagnacani, nel corso di un’audizione in commissione regionale Rifiuti sulla vicenda del bilancio 2017 dell’azienda bocciato dal Campidoglio, con successiva revoca degli amministratori da parte del sindaco di Roma, Virginia Raggi.

“Fino a maggio inoltrato non abbiamo ricevuto alcun feedback rispetto al bilancio proposto (approvato il 28 marzo di un anno fa, ndr). Questi feedback sul piano informale cominciano ad arrivare a giugno e indicano che non c’è convinzione da parte dell’azionista sui crediti cimiteriali- ha aggiunto Bagnacani- L’azienda gli ha fornito ogni dettaglio di documentazione per fare una scelta consapevole, questi 18 milioni sono crediti di qualità accumulati dal 2008 al 2016 ed erano stati approvati di anno in anno in tutti i bilanci di Ama, compreso quello del 2016, quando c’era già questo azionista che lo ha approvato e il documento conteneva quei credit poi diventati oggetto della contestazione che ci ha portato a questo assurdo epilogo”.

Bagnacani ha evidenziato che quei 18 milioni di crediti cimiteriali “non appartenevano alla nostra gestione e non avevamo nulla da difendere: ci apparteneva solo redigere un bilancio veritiero e corretto del 2017. Abbiamo guardato qualsiasi tipo di documento per vedere se erano legittime le contestazioni e il credito di qualità. Mi hanno convinto i miei colleghi, che risiedevano in azienda da tempo, e fin da subito abbiamo capito che questa partita, esigua nei numeri, stava assumendo una portata strana che andava compresa e dovevamo essere ineccepibili”.

Per questo “abbiamo fatto periziare i numeri dal professor Bussoletti, che ci disse che il credito era certo, liquido ed esigibile”.

AMA. BAGNACANI: LEMMETTI CHIESE DI ELIMINARE 18 MLN CREDITI

“Il 23 agosto del 2018 arriva una lettera irrituale firmata da Gianni Lemmetti in cui, sul progetto di bilancio dice riferendosi ai 18 milioni di crediti cimiteriali, di ‘procedere a eliminare tale posta, trattandosi di crediti che Roma Capitale ai sensi dell’allora vigente contratto di servizio non riconosce’. Perché? Perché sì”. Così l’ex presidente di Ama, Lorenzo Bagnacani, nel corso di un’audizione in commissione regionale Rifiuti sulla vicenda del bilancio 2017 dell’azienda bocciato dal Campidoglio, con successiva revoca degli amministratori da parte del sindaco di Roma, Virginia Raggi.

Sempre in quella missiva Lemmetti, secondo il racconto di Bagnacani che ha letto il documento, chiedeva ad Ama “‘di effettuare sulle residue posizioni creditorie il relativo accantonamento nei termini richiesti dai vigenti principi contabili’: passiamo quindi ai 42 milioni per i manufatti cimiteriali, che ci sono, sono stati realizzati, sono passati nel patrimonio di Roma Capitale e sono stati venduti”.

Infine “salta fuori anche l’Ipa (l’Istituto di previdenza dei dipendenti capitolini, ndr), che nemmeno sapevo cosa fosse, che dice che aveva dei crediti verso Ama non onorati. Questa questione si è sciolta in due minuti ma, intanto, ancora non c’era una contestazione dal Campidoglio”.

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