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Niger, il premier Mahamadou: “Le sanzioni economiche dell’Ecowas saranno un disastro”

Assalto all'ambasciata francese, Macron: "Non verrà tollerato alcun attacco"

Pubblicato:31-07-2023 13:16
Ultimo aggiornamento:01-08-2023 17:49

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ROMA – “Le sanzioni economiche saranno un disastro per il Niger”. Un appello e un monito che il primo ministro nigerino Ouhoumoudou Mahamadou ha affidato ai media francesi, all’indomani dell’ultimatum giunto dalla Comunità degli stati dell’Africa occidentale (Cedeao / Ecowas) alla giunta militare che ora guida il paese del Sahel. L’organismo, quattro giorni dopo il colpo di stato con cui i militari hanno rovesciato il governo del presidente Mohamed Bazoum – attualmente tenuto prigioniero nel palazzo presidenziale di Niamey – si è riunito ieri in via straordinaria in Nigeria per discutere della situazione. Al termine del meeting dei leader africani, il presidente dell’Ecowas Omar Alieu ha dichiarato che se entro una settimana non sarà ripristinato l’esecutivo guidato da Bazoum e l’ordinamento costituzionale, “saranno adottate tutte le misure necessarie, incluso l’uso della forza”. Scattata anche una “no flight zone” per i voli commerciali, così come la chiusura dei confini aerei e terrestri e lo stop alle transazioni finanziarie.

“Mi dispiace che si sia arrivati a questo- ha continuato il premier, che al momento del golpe era all’estero e ora non può rientrare in Niger- ma chi ama il nostro Paese deve cercare di evitare queste sanzioni. Il Niger è uno Stato continentale, senza sbocco sul mare. L’embargo, la chiusura delle frontiere terrestri e aeree comporteranno una situazione estremamente difficile per le popolazioni”, che come ha ricordato il premier “già vivono una condizione economica fragile. Sarà la catastrofe”. L’ultimatum dell’Ecowas non è passato inosservato: nella capitale Niamey, secondo Africa News, migliaia di manifestanti sono scesi in strada per chiedere la fine delle interferenze straniere nella politica interna nigerina, e in particolare quella della Francia, ex potenza coloniale che subito dopo il golpe ha sospeso i programmi di cooperazione economica e di difesa, subito seguita dall’Unione europea. Gli Stati Uniti hanno fatto sapere che stanno valutando di fare lo stesso.

Un gruppo di facinorosi si è anche diretto verso l’ambasciata francese, dove si sono registrati atti di vandalismo contro l’edificio. Da Parigi, il presidente Emmanuel Macron ha inviato un duro monito: “Non verrà tollerato alcun attacco contro la Francia e i suoi interessi”. Intanto ieri il presidente del Ciad Mahamat Idriss Déby – Paese che non è membro dell’Ecowas – si è recato nella capitale per tentare una mediazione, e ha incontrato sia il presidente Bazoum che l’ex presidente Mahamadou Issoufou. Quest’ultimo è considerato un ex alleato del generale Abdourahamane Tchiani, che ha guidato il golpe e che venerdì scorso è stato proclamato capo di Stato. Stando a quanto ha scritto sui suoi canali social, Issoufou ieri ha rotto il silenzio annunciando che “di fronte alla grave situazione che sta colpendo il Niger, mi sto impegnando in vari modi per trovare una via d’uscita negoziata alla crisi, consentendo in particolare il rilascio del presidente Mohamed Bazoum e il suo ripristino in carica. Faccio appello alla calma” e “ad evitare il ricorso alla violenza” sia contro “i concittadini che contro gli stranieri”.


LA GIUNTA MILITARE ACCUSA PARIGI: VUOLE BOMBARDARE NIAMEY

La giunta militare che ha preso il potere in Niger mercoledì scorso ha pubblicamente accusato la Francia di stare pianificando con il governo deposto un attacco aereo su Niamey, volto a liberare il presidente Mohamed Bazoum, tenuto in stato di fermo nella residenza presidenziale. Lo ha detto in una intervista televisiva il colonnello Amadou Abdramane, tra i militari che hanno condotto il golpe del 26 luglio.

Nella regione del Sahel si sono già verificati una serie di colpi di Stato, che hanno coinvolto il Mali e il Burkina Faso, tutte ex colonie francesi. L’insofferenza verso Parigi, accusata di voler mantenere il dominio su questi Paesi, è tra i motivi dei golpe e di manifestazioni popolari di protesta. Il Niger è ritenuto tra i paesi più affidabili, anche per contrastare vari gruppi ribelli di orientamento jihadista come Al-Qaeda nel Maghreb islamico, pertanto un suo allontanamento dall’orbita francese è visto con preoccupazione. Crea allarme anche il riavvicinamento di questi paesi alla Russia. 

TAJANI: COLLOQUI TELEFONICI CON BORRELL E COLONNA

“L’Italia in prima linea per affrontare la crisi in Niger. Ho avuto colloqui telefonici con l’Alto Rappresentante Ue Josep Borrell e il Min. degli Esteri francese Colonna. Lavoriamo ad una soluzione diplomatica a tutela della democrazia. Seguiamo costantemente gli italiani in Niger”. Lo scrive su twitter il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

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