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Banditi e colletti bianchi, l’indagine dei Ros scuote la Sardegna

Diciotto arresti domiciliari tra medici, politici e criminali

Pubblicato:28-09-2023 13:08
Ultimo aggiornamento:28-09-2023 13:08
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agguato nel reggino
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CAGLIARI – Un vero e proprio terremoto giudiziario che rischia di scuotere dalla fondamenta anche la politica sarda. L’indagine “Monte Nuovo”, che ieri ha portato agli arresti domiciliari 18 persone e in carcere altre 13 –tra cui l’ex assessora regionale all’Agricoltura, Gabriella Murgia, e il primario del reparto di terapia del dolore della Asl 8, Tomaso Cocco, per reati come associazione a delinquere di stampo mafioso e associazione segreta– ha svelato un’organizzazione in grado di legare, riporta l’Unione sarda, “banditi e medici, sequestratori e politici, produttori di marijuana e colletti bianchi“.

Al centro della maxi operazione del Ros, riporta sempre il quotidiano sardo, “traffici di droga, corruzioni e intimidazioni, favori a livello istituzionale con avanzamenti di carriera e trasferimenti, fino addirittura agli aiuti per garantire la latitanza di Graziano Mesina“. Troppo perché il Consiglio regionale taccia sull’argomento, e infatti le opposizioni questa mattina chiederanno che il presidente della Regione, Christian Solinas, riferisca in aula: “Massima fiducia nel lavoro degli inquirenti e della magistratura, auspichiamo che si faccia piena luce su vicende inquietanti- spiega Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti-. Al netto però degli aspetti penali e giudiziari, ci sono profili politici che sarà competenza del Consiglio regionale chiarire in ogni suo aspetto. Anche per questo motivo chiediamo che Solinas riferisca in aula”.

Sulla vicenda interviene anche Franciscu Sedda, presidente di “A Innantis”: “Le indagini faranno il loro corso, ma davanti all’ennesima pesantissima vicenda giudiziaria che riguarda esponenti del centrodestra sardista la questione rimane e si rafforza: può una terra allo stremo permettersi di dare le chiavi del governo a figure e mondi politici che non danno certezza di agire con onestà, trasparenza, mettendo l’interesse dei sardi davanti a tutto?“. E ancora, “possiamo accettare che il destino dei sardi sia deciso, svenduto, inquinato da una politica su cui si allunga troppo spesso l’ombra di trame mafiose, di associazioni segrete che pervertono senso e funzione delle istituzioni? Possiamo lasciare che una mentalità affaristica, ingorda, opaca si insinui in ogni anfratto della gestione della cosa pubblica e della nostra vita? No, non possiamo permettercelo. Non possiamo rischiare”. Serve per il leader indipendentista “un netto cambio di mentalità e di classe dirigente. Ora più che mai serve un nuovo governo sardo che abbia a fondamento l’onestà e la dedizione totale all’interesse generale del popolo sardo“.


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