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Livolsi: “Le imprese siano il motore della ripartenza del paese”

"Dal dibattito macroeconomico giungono segnali ambivalenti- spiega il professore- Il Governo mostra un certo ottimismo"

Pubblicato:28-06-2023 15:32
Ultimo aggiornamento:18-10-2023 17:49
Autore:

Ubaldo Livolsi
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A cura di Angelica Bianco

ROMA – “A inizio di questo commento, vorrei ricordare Silvio Berlusconi, scomparso il 12 giugno, con cui ho lavorato a lungo a fianco, quale amministratore delegato del Gruppo Fininvest. Vorrei rievocarne la visione, che poteva sembrare lucida follia, ma che non era tale perché le sue scelte poi si sono sempre rivelate vincenti. Berlusconi ha cambiato in senso innovativo il modo di essere in economia, in politica e nello sport. Tutti noi dobbiamo ringraziarlo e continuare nel compimento del suo sogno: fare grande la nazione che amava sopra ogni cosa, l’Italia”. Così Ubaldo Livolsi, professore di Corporate Finance e fondatore della Livolsi & Partners S.p.A.

Dal dibattito macroeconomico giungono segnali ambivalenti– spiega- Il Governo mostra un certo ottimismo, se non altro perché sia il nostro Paese cresce più di altri, sia per l’autorevolezza e la credibilità internazionale che sta acquisendo grazie alla premier Giorgia Meloni. Dall’altro lato emergono dati che ci rammentano come le famiglie stiano soffrendo e intaccando i propri risparmi per contrastare l’infiammata dei prezzi, con l’inflazione che a maggio ha registrato un tasso su base annua del +7,6%, mensile del +0,3% (fonte: Istat). Secondo la Fabi, il saldo totale dei conti correnti delle famiglie e delle imprese, da dicembre 2021 a marzo 2023, ha perso oltre 61 miliardi di euro, scendendo da 2.076 a 2.015 miliardi. A pesare invece sulle imprese sono le nuove condizioni di accesso a prestiti e finanziamenti, che risentono della stretta della Bce. Il 15 giugno l’istituto di Francoforte ha deciso un nuovo rialzo di 25 punti base portando i tassi principali al 4% e la presidente Christine Lagarde non ha escluso che un provvedimento analogo sarà deciso a luglio. L’inflazione ha riguardato prima l’energia, poi la manifattura e infine i servizi. Come affermato da qualche osservatore, per i Paesi a più alta vocazione turistica, come il nostro, il contrasto all’inflazione risulta più difficile. Sarà fondamentale l’azione del Governo, che deve utilizzare al meglio i fondi del Pnrr, puntando in particolare sull’innovazione tecnologica, anche nelle sue forme più evolute, come l’AI”.


“Il motore della ripresa devono però essere ancora una volta le imprese- ha sottolineato Livolsi- che possono oggi utilizzare forme di rafforzamento patrimoniale e finanziario alternative all’indebitamento bancario: per esempio, dai processi di M&A (Mergers and Acquisitions) ai fondi di Private Equity, a tutti quegli strumenti come mini-bond, Private Debt, PIR (Piani Individuali Risparmio) e, in prima istanza, alla quotazione in Borsa. Tuttavia, anche le banche devono sostenere le imprese con le tradizionali linee di credito, ma a condizioni più favorevoli. La Banca d’Italia evidenzia come la redditività degli istituti di credito sia aumentata dell’8,1% nel 2022, il tutto trasferendo il costo più che proporzionalmente sulla clientela finale. E ciò è anche oggetto di monitoraggio delle istituzioni monetarie a livello europeo- conclude- la Bce vuole evitare che gli istituti di credito creino extraprofitti a discapito dei consumatori”.

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