NEWS:

Etiopia, Amnesty: “Ad Axum massacri condotti da truppe eritree”

Le prove raccolte dalla ong "sono clamorose e portano a una conclusione agghiacciante: le truppe etiopi ed eritree hanno commesso molteplici crimini di guerra"

Pubblicato:26-02-2021 19:01
Ultimo aggiornamento:27-02-2021 12:41
Autore:

FacebookLinkedIn

Di Brando Ricci

ROMA – Lo scorso novembre soldati dell’esercito eritreo alleati delle truppe regolari etiopi avrebbero attaccato la città di Axum, nella regione etiope del Tigray, uccidendo “centinaia di civili disarmati” e quindi commettendo un atto “che potrebbe avere la portata di un crimine di guerra”: a sostenerlo è un report pubblicato oggi dalla ong britannica Amnesty International.

Il documento redatto dall’organizzazione è stato realizzato sulla base delle testimonianze di 41 tra testimoni e sopravvissuti e sui resoconti di altre 20 persone informate dei fatti. Le fonti di Amnesty, riferisce la ong sul suo sito, sono state intervistate di persona nei campi profughi del Sudan sud-orientale o raggiunte al telefono mentre si trovavano ad Axum.


Gli omicidi di massa riferiti all’organizzazione sarebbero avvenuti tra il 28 e il 29 novembre scorso, nella fase finale dell’offensiva militare lanciata dall’Etiopia il 4 dello stesso mese contro il partito e gruppo armato del Fronte di liberazione del popolo tigrino (Tplf), che controllava il Tigray, che si trova al confine con l’Eritrea. Il governo presieduto dal primo ministro Abiy Ahmed ha annunciato la fine del conflitto il 28 novembre, dopo la presa del capoluogo della regione, Macallè.

Stando a quanto afferma Amnesty, ad Axum, terza città del Tigray e antica capitale dell’omonimo regno, sono avvenuti “bombardamenti indiscriminati, saccheggi” e anche “raid casa per casa”. Le devastazioni riportate dai testimoni sarebbero confermate dalle immagini satellitari della città fornite dal Crisis Evidence Lab della ong. Le foto satellitari sembrerebbero inoltre indicare la presenza di fosse comuni in prossimita’ di due chiese della citta’.

Il direttore di Amnesty per l’Africa orientale, Deprose Muchena, ha detto che le prove raccolte dalla ong “sono clamorose e portano a una conclusione agghiacciante: le truppe etiopi ed eritree hanno commesso molteplici crimini di guerra nella loro offensiva per prendere il controllo di Axum”. La presenza dell’esercito eritreo durante l’offensiva in Tigray, denunciata da funzionari del Tplf e anche da governi stranieri, tra i quali quello degli Stati Uniti, e’ sempre stata smentita da Addis Abeba.

ERITREA SMENTISCE AMNESTY SU ACCUSE DI STRAGI NEL TIGRAY

Il governo eritreo si è detto “oltraggiato” e ha “rifiutato categoricamente” un report di Amnesty International pubblicato oggi nel quale si accusa l’esercito di Asmara di aver ucciso a novembre centinaia di persone nella città di Axum, nella regione etiope del Tigray, in collaborazione con le truppe di Addis Abeba impegnate in un’offensiva militare. Il ministro per le Informazioni eritreo, Yemane G. Meskel, ha scritto su Twitter che il suo Paese è “oltraggiato” dalle “assurde” accuse contenute nel documento. Il dirigente dell’esecutivo guidato dal presidente Isaias Afewerki, al potere dal 1993, ha definito “non professionale” il lavoro fatto da Amnesty, evidenziando che l’ong “non ha fatto alcun tentativo di chiederci informazioni”. L’organizzazione umanitaria ha reso noto che le informazioni contenute nel dossier provengono soprattutto da sopravvissuti agli attacchi, intervistati nei campi rifugiati del Sudan sud-orientale. Meskel ha citato un esponente dei campi che si trova nella zona, quello di Hamdayet, e ha detto che “è noto che molti che si trovano in quella struttura sono membri delle milizie del Tplf, scappati in Sudan a causa del loro coinvolgimento” in un omicidio di massa avvenuto lo scorso novembre, nel pieno del conflitto con l’Etiopia, nella città tigrina di Mai-Kadra. Il riferimento è ai cosiddetti Samri, una milizia legata al Fronte di liberazione del popolo tigrino (Tplf), il partito e gruppo armato che controllava il Tigray contro il quale il governo del primo ministro Abiy Ahmed ha lanciato lo scorso 4 novembre un’offensiva militare. La Ethiopian Human Rights commission (Ehrc), dal canto suo invece, ha detto che il report di Amnesty “deve essere preso seriamente”. L’organismo, che è un’agenzia governativa, ha reso noto di non aver ancora concluso le sue indagini, ma che le ricerche compiute finora indicano che “un numero imprecisato” di residenti di Axum possa essere stato ucciso da militari eritrei in una “ritorsione” contro un precedente attacco del Tplf. L’Ehrc confermerebbe inoltre che “saccheggi, violenze sessuali e danneggiamenti di infrastrutture civili” sono avvenuti ad Aksum.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it