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Poca neve in Appennino, e l’Emilia-Romagna finanzia lo sci d’erba

Passa col bilancio 2023 della Regione un ordine del giorno per sostenere la variante "estiva" dello sci alpino, soddisfazione M5s

Pubblicato:22-12-2022 17:41
Ultimo aggiornamento:22-12-2022 17:41
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BOLOGNA- Neve, poca. In Appennino la stagione invernale stenta a decollare ed ecco l’alternativa. Con un ordine del giorno presentato dai 5 stelle e approvato ieri in Assemblea legislativa insieme al bilancio 2023, la Regione metterà a disposizione 150.000 euro in tre anni per sostenere lo sci d’erba.

C’E’ GIA’ UNA PISTA PRONTA A GAGGIO MONTANO (BOLOGNA)

Soddisfatta Silvia Piccinini, la consigliera regionale M5s da cui era partita la richiesta. “Si tratta di uno stanziamento molto importante che può rappresentare un punto di partenza per la crescita di una pratica sportiva fino ad oggi sottovalutata ma che ha grandi potenzialità- afferma- come testimonia il fatto che nel 2020 a Gaggio Montano sia stata inaugurata una nuova pista per lo sci d’erba omologata anche per competizioni internazionali”. L’ordine del giorno approvato ieri fa seguito ad una risoluzione, sempre presentata dal Movimento 5 stelle e approvata all’unanimità dall’Assemblea Legislativa lo scorso marzo, che prevede lo stanziamento di 50.000 euro all’anno per il prossimo triennio come opportunità di crescita e rilancio dell’area appenninica, anche attraverso il supporto alle organizzazioni, alle federazioni, agli enti locali, alle imprese e alle società ed associazioni sportive.

UN MODO PER AFFRONTARE IL GLOBAL WARMING IN MONTAGNA

“Oltre all’aspetto prettamente sportivo- aggiunge Piccinini- questa disciplina può rappresentare anche un’importante opportunità per la diversificazione dell’offerta turistica consentendo, per esempio, l’allungamento della stagione nelle località interessate dallo sci sulla neve e l’integrazione con il turismo verde. Ma anche guardando al futuro e ai cambiamenti climatici che stanno portando sempre meno neve sulle nostre montagne. Un’occasione, quindi, per gli operatori del nostro Appennino di poter rimodulare e diversificare l’offerta turistica”.


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