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Cognetti fa infuriare la Valsesia: “Non siamo rozzi e ubriaconi”

Lo scrittore milanese ha ambientato il suo ultimo romanzo 'Giù nella valle' in Valsesia, ma la descrizione del luogo offende gli abitanti

Pubblicato:22-11-2023 10:37
Ultimo aggiornamento:22-11-2023 10:38
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paolo cognetti imago
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AOSTA –  Ci sono due versanti del Monte Rosa. Uno è luminoso, florido, vivace grazie all’autonomia. Il secondo è piovoso, buio, abitato da persone che amano passare il tempo all’osteria. Stereotipi che Paolo Cognetti ha usato nel suo ultimo romanzo, “Giù nella valle”, edito da Einaudi, e che ora sollevano un vespaio in Valsesia. Lo scrittore milanese, che passa parte dell’anno sopra Brusson, in val d’Ayas, Valle d’Aosta, ha scelto di ambientare il suo libro in Valsesia. Il libro parla di una terra dove “la pioggia sembra non fermarsi mai e gli uomini lavorano duro, fumano come se non ci fosse un domani e prima di tornare a casa passano dall’osteria a ubriacarsi. Le donne li attendono con pazienza, mandano avanti la casa, sopportano le brutalità e gli eccessi dei mariti”. Il presidente dell’Unione montana della Valsesia, Francesco Pietrasanta, sindaco di Quarona per la Lega, scrive in una nota: “Cognetti dipinge la nostra Valsesia con parole offensive che denotano una evidente scarsa conoscenza della nostra realtà, che utilizza per le sue esigenze narrative senza alcun rispetto per la storia di questo territorio e dei suoi abitanti. Fa male, e fa molto arrabbiare, leggere parole così sprezzanti, ribadite anche in interviste che l’autore rilascia con tono leggero e sorridente, infierendo senza farsi scrupoli contro un territorio che storicamente si distingue per la fierezza e l’operosità della sua gente e per la bellezza della sua natura incontaminata”.

L’autore Premio Strega 2017 è stato ospite a Deejay Chiama Italia, ieri mattina. Pietrasanta aggiunge: “Cognetti vuole promuovere il suo libro, ma non può e non deve farlo distruggendo l’immagine della Valsesia: il suo lavoro è inventare storie, ma non può farlo a danno dei luoghi che cita e delle persone che li popolano”.

Il presidente dell’Unione montana aggiunge: “Insieme a tutti i valsesiani sono molto dispiaciuto per l’idea che Cognetti ha della Valsesia, e dell’immagine che trasmette ai suoi lettori, per questo ho deciso di proporgli una visita in Valsesia, perché evidentemente non la conosce, e forse proprio in virtù di questa sua mancanza di conoscenza ha pensato di poterci denigrare impunemente. E allora voglio dargli un’occasione: lui che scrive di montagna, venga a conoscere la Valsesia. Troverà uomini e donne forti e impegnati, aperti al mondo e ospitali, e una terra dove il sole illumina boschi rigogliosi, piste da sci con impianti all’avanguardia, cittadine che offrono elevati standard di qualità della vita e tanto impegno per conservare la tradizione e portarla nel futuro. Lo aspettiamo, ci faccia uno squillo: venga a trovarci e poi, come lui stesso scrive nei suoi libri, si ricordi che la montagna, prima di essere raccontata, va capita e rispettata“.


“Chi ama la montagna, i territori, le comunità, chi vuole vivere e abitare la montagna, prima di tutto la rispetta, la apprezza, la ama appunto. Tutta la montagna. Non fa distinzioni, non giudica, non racconta quello che non crede, non scrive e non descrive quello che non vorrebbe vedere o sentrire”. Anche l’Uncem, l’Unione dei Comuni, delle comunità e degli enti montani, prende carta e penna e attacca Cognetti. “Servono coerenza e serietà nei ragionamenti. Chi ama la montagna, tutta, sta in silenzio di fronte alle incertezze, alle difficoltà, alle solitudini-sottolinea l’Unione-. Solo una persona poco intelligente potrebbe schernire, deridere, attaccare un territorio, chi lo vive, chi lo genera, chi fa impresa, la sua storia, la cultura e le comunità”.

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