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Sviluppo rurale in Valle d’Aosta, ecco 92 milioni: la Regione avvia le consultazioni

Il Consiglio approva un pacchetto di aiuti europei, statali e regionali da 92 milioni di euro per l'agricoltura e i boschi della Valle d'Aosta

Pubblicato:20-04-2023 17:18
Ultimo aggiornamento:20-04-2023 17:18
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AOSTA – È un pacchetto di aiuti europei, statali e regionali da 92 milioni di euro destinato al mondo agricolo e forestale valdostano, che mette al primo posto la sostenibilità ambientale. Dopo la sua approvazione in Consiglio Valle, il Complemento regionale per lo sviluppo rurale, che nella programmazione 2023-2027 prende il posto del tradizionale Programma di sviluppo rurale, è pronto al confronto con i suoi potenziali beneficiari. L’occasione sarà offerta dai cinque incontri organizzati dall’assessorato regionale all’Agricoltura e alle Risorse naturali in collaborazione con il Celva, in programma da venerdì.

“Vogliamo permettere a tutti i valdostani e ai portatori di interesse di dire la loro e di poter come amministrazione regionale dare gambe alle loro esigenze e alle loro necessità- spiega l’assessore regionale all’Agricoltura e alle Risorse naturali, Marco Carrel- abbiamo pensato a cinque incontri sul territorio, fondamentali perché il Csr non è un documento chiuso, ma ancora aperto su cui possiamo e vogliamo ancora lavorare. Il Consiglio regionale lo ha approvato permettendo agli uffici di iniziare una serie di atti amministrativi fondamentali per utilizzare questi fondi, ma nel contempo vogliamo confrontarci con le associazioni di categoria, con gli allevatori, con gli agricoltori, con tutti coloro che possono avere interesse a entrare nel merito delle varie misure per poter apportare delle eventuali migliorie per poi arrivare ad una strategia finale e andare a contrattare a livello romano su queste specificità”.

Il primo degli incontri si terrà venerdì a La Salle, nella sala del Consiglio comunale della Maison Gerbollier, per proseguire, venerdì 28 aprile, ad Aymavilles, nella Grandze del castello. Mercoledì 3 maggio l’appuntamento è a Donnas nel salone comunale Bec Renon, martedì 9 maggio ci si sposta a Châtillon, nella sala dell’ex Hotel Londres, per chiudere, lunedì 15 maggio, a Saint-Christophe, all’assessorato all’Agricoltura. Tutti gli incontri si terranno alle 20.30 e vedranno la partecipazione dell’assessore Carrel, dei dirigenti e dei funzionari dell’assessorato e di Area Vda che saranno a disposizione per eventuali domande o chiarimenti.


Nonostante il cambio di nome, il Complemento regionale per lo sviluppo rurale ripropone le più tradizionali misure a superficie e a capo, con un pagamento a ettaro o a unità di bestiame, e quelle destinate agli investimenti a sostegno dei settori agricolo, agroalimentare e forestale, non soltanto per finalità produttive ma anche ambientali. Il 60% dei fondi è destinato alla sostenibilità ambientale, con misure che stimolano pratiche agro-ambientali, la produzione integrata e il biologico.

Su quest’ultimo aspetto, come spiega Alessandro Rota, dirigente della struttura Politiche regionali di sviluppo rurale della Regione, la Valle d’Aosta ha ancora tanta strada da fare. “Partiamo un po’ lontani dalla meta- dice- perché la Valle d’Aosta è la regione con la minore superficie investita, siamo fermi al 2,6%. Questo però non vuol dire che non siamo una regione virtuosa, perché in realtà avendo la stragrande maggioranza della superficie investita da pascoli gestiti in maniera estensiva e tradizionale c’è una biologicità che già fa parte del nostro sistema e lo stesso si può dire per le colture specializzate, viticoltura, frutticoltura, orticoltura, le piante officinali e le erbe aromatiche”.

Ci sono, aggiunge Rota, “della condizioni agroclimatiche in Valle d’Aosta che permettono un ridotto uso di prodotti chimici in questi settori specializzati. Quello che forse va stimolato ulteriormente è che la certificazione del biologico così come di altre pratiche agro ecologiche è diventata oggi un importante tassello di riconoscibilità. Il consumatore non riconosce immediatamente un prodotto biologico perché prodotto in Valle d’Aosta, lo riconosce solo attraverso il marchio europeo. Questa forse è una novità rispetto alle altre programmazioni e cioè un nuovo importante impulso alle certificazioni di prodotto e di processo”.

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