NEWS:

VIDEO | L’isola degli invertiti di Antonio Mocciola, racconto di una pagina rimossa della nostra storia

Lo spettacolo, con la regia di Marco Prato, sarà in scena da venerdì 15 a domenica 17 novembre al Teatro Tram di Napoli

Pubblicato:15-11-2019 08:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:36

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

‘L’isola degli invertiti’, l’ultimo lavoro a tema sociale di Antonio Mocciola, sarà in scena da venerdì 15 a domenica 17 novembre al Teatro Tram di Napoli che, come l’autore dichiara alla Dire, “si conferma una bellissima area di libertà creativa”.

Lo spettacolo nasce con l’intento di “ricordare una pagina della storia italiana completamente rimossa e dimenticata”: la deportazione fascista sull’isola di San Domino, nelle Tremiti, “di decine e decine di omosessuali o presunti tali”.


La regia è di Marco Prato, con cui l’autore ha gia’ collaborato in ‘Cartoline da casa mia‘, e con il quale stanno riscuotendo notevoli successi in Italia e all’estero.
In scena ci saranno Giovanni Esposito, Bruno Petrosino e Andrea Russo a ripercorrere una pagina buia della nostra storia, occultata, per un senso di vergogna, anche dagli stessi protagonisti. Le vittime di questo “omocausto bianco”, come lo definisce Mocciola, “non hanno più voluto raccontare quello che gli era capitato”.

Grazie ad un’accurata ricerca storiografica, in collaborazione con il prof. Cristoforo Magistro, Antonio Mocciola ha ricostruito queste vicende che hanno rischiato di rimanere sepolte nel tempo.

“É chiaro che parlarne in teatro – dichiara l’autore – costa una semplificazione e anche una sintesi che ne sacrifica qualche aspetto, ma l’importante è far arrivare il messaggio di quello che capitò nel ’38 e che potrebbe, in forme diverse, ricapitare“.

Con ‘L’isola degli invertiti’, dunque, il teatro ritorna sulla tematica dell’omosessualità. E lo fa attraverso un linguaggio . violento e vero, senza sconti nel passaggio dalla parola scritta alla resa scenica. Anche per questo lo spettacolo sarà vietato ai minori di 18 anni.

“Portare in teatro un’operazione del genere – aggiunge Mocciola – significa calare lo spettatore in una dimensione claustrofobica e inquietante. Il mio obiettivo, e di chi come me fa teatro civile, è quello di accendere un riflettore sulla memoria, che non va assolutamente né rimossa né dimenticata perchè la storia, come qualcuno ha detto prima di me, è fatta di corsi e ricorsi”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it