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Incontro del Comitato di Lod, appello unanime: “Il lago non si tocca”

Tra i relatori anche l'ex sindaco di Chamois Ducly. Vicentini: "Vigileremo e agiremo"

Pubblicato:14-03-2022 12:37
Ultimo aggiornamento:14-03-2022 12:38
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go di lod foto sito comune chamois
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AOSTA – Il lago di Lod, a Chamois, può contare su un volume complessivo di 30.000 metri cubi d’acqua. Un progetto del 2005 prevede la sua trasformazione in una vasca d’accumulo a servizio di due centrali idroelettriche, di futura costruzione, che comporterebbe un pompaggio quotidiano di 22.000 metri cubi di acqua dal lago.

“Tanto per avere un termine di paragone, i 22.000 metri cubi corrispondono come volume, a circa 100 appartamenti di 80 metri quadrati, con i soffitti alti 2,80 metri” per questo “il lago deve rimanere così com’è”, afferma il presidente del comitato per la salvaguardia del Lago di Lod e dell’ambiente a Chamois, Vittorio Vicentini, durante l’incontro pubblico di sabato scorso, nella sala polivalente di Chamois. Il comitato ha sottolineato le lacune e le criticità di un progetto risalente al 2005 con Valutazione di Impatto Ambientale presentate del 2007 più volte prorogata.

“Un progetto che- scrive in una nota-, con le leggi in vigore oggi, nel 2022, non verrebbe approvato e che rischia di alterare pesantemente l’equilibrio ambientale non solo del lago, ma anche di ampie zone circostanti e con effetti problematici sulla pastorizia e su altri comuni confinanti”, come ha osservato anche il sindaco di La Magdeleine, Mauro Duroux. Tra i relatori c’era anche l’ex sindaco di Chamois Attilio Ducly, memoria storica del paese, che ha manifestato la sua preoccupazione per il progetto. All’incontro erano stati invitati anche il sindaco di Chamois, Lorenzo Mario Pucci, e i consiglieri comunali che però non si sono presentati.


Tra gli ospiti, sono intervenuti anche Chiara Minelli, consigliera regionale del Progetto Civico Progressista, Rosetta Bertolin del direttivo di Legambiente Valle D’Aosta e Antonio Beck Peccoz, che ha testimoniato la sua battaglia analoga in difesa del Courtlys, a Gressoney-La-Trinité. Si sono poi susseguite le relazioni di Vanda Bonardo, presidente della Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi Italia (Cipra), Gilberto Forneris, ittiologo e co-autore del “Disegno della carta ittica della Valle d’Aosta”, Luca Maria Battaglini, professore del dipartimento di scienze agrarie, forestali, alimentari dell’Università di Torino e Ronni Bessi, erpetologo ed educatore ambientale. L’incontro si è chiuso con un vivace dibattito, a cui hanno preso parte alcuni cittadini di Chamois, residenti e proprietari di seconde case frequentatori e turisti che hanno evidenziato dubbi e perplessità sul progetto. I principali nodi toccati sono stati il forte impatto del progetto dovuto anche all’impiego di mezzi pesanti, ruspe e escavatori, con conseguente inquinamento ambientale e acustico, lo scarso rispetto verso un ecosistema fragile e ricco di specie protette, i costi economici e ambientali e le responsabilità in caso di danni o errori. Perplessità sono emerse anche sull’opportunità di cedere una concessione di utilizzo dell’acqua, quindi un bene pubblico, a un soggetto privato e sulla verifica delle garanzie dell’impresa a cui è stata data la concessione. A tirar le fila dell’incontro è stato il presidente del Comitato, Vittorio Vicentini: “Vigileremo costantemente e agiremo con tutti gli strumenti che la legge ci permette- ha detto- per evitare che il lago di Lod venga trasformato in una vasca di accumulo di centrali idroelettriche”.

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