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Sudafrica, l’ambasciatore Tambo: “Con i salari aumentano i diritti” VIDEO

Intervista all'Agenzia DIRE: dalla legge sul lavoro all'Italia più vicina

Pubblicato:13-04-2017 14:49
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:07

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ROMA – Si riparte dalla legge sul salario minimo, in Sudafrica, per difendere i diritti e rilanciare l’impegno contro le disparità sociali: con la DIRE ne parla Nomatemba Tambo, ambasciatore del suo Paese in Italia, figlia di Oliver Tambo, uno degli eroi della lotta contro l’apartheid e in genere le discriminazioni.

Il colloquio comincia dai cortei di protesta che ancora oggi hanno attraversato Johannesburg, Pretoria e altre città del Paese.

Le piazze si sono riempite mentre in Parlamento i deputati di opposizione chiedevano le dimissioni di Jacob Zuma, che ha risposto evocando lo spettro del “razzismo“: un’accusa grave in un Paese che quest’ingiustizia l’ha subita e sofferta per centinaia di anni.



I cortei sono cominciati dopo la destituzione di Pravin Gordhan, ministro delle Finanze con contatti e influenze internazionali, e i successivi declassamenti del Sudafrica da parte delle agenzie di rating.

Secondo Tambo, le proteste confermano la vitalità della democrazia sudafricana e allo stesso tempo pure il rischio di strumentalizzazioni politiche.

“In ogni Paese del mondo c’è una parte della popolazione che contesta il governo e il Sudafrica non fa eccezione” sottolinea l’ambasciatore. “Il diritto a manifestare è garantito dalla Costituzione e non si discute, come del resto la legittimità del presidente, eletto nel 2014 a larga maggioranza”.

I PUNTI SPINOSI

I nodi sono differenti. Indagato più volte ma mai comparso in un’aula di tribunale, lo scorso anno Zuma è stato costretto a restituire fondi pubblici impiegati per l’ampliamento di una villa di famiglia.

Critiche e calo di consensi investono però nel suo complesso l’African National Congress (Anc), il partito che fu di Nelson Mandela, al governo dal 1994.

Lo scorso anno, l’Anc è stato sconfitto per la prima volta a Johannesburg e in altre sue tradizionali roccaforti.

L’ambasciatore non esprime giudizi politici e si limita a indicare una priorità. “Ridurre il divario tra ricchi e poveri, nella consapevolezza che a centinaia di anni non si rimedia in poco tempo”.

Una battaglia tutta da combattere, allora, sapendo che “molte persone sono sfiduciate e vanno recuperate”. E’ questo, secondo Tambo, il contesto della legge sul minimo salariale.

“Il governo cerca di far capire alla gente che è consapevole delle sofferenze, del carovita e delle difficoltà”. Oltre al tempo serve la cooperazione con l’Africa e il resto del mondo.

L’ambasciatore sottolinea l’impegno di Pretoria a una politica di “frontiere aperte” con i Paesi della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc).

“Con il Mozambico e il Lesotho abbiamo accordi che consentono alle persone di andare e venire liberamente, una linea rafforzata sin dalla fine dell’apartheid nei confronti di tutti i nostri fratelli africani”.

I RAPPORTI CON GLI ALTRI PAESI

La relazione con gli altri Paesi del continente è centrale anche in questi giorni. Il governo di Pretoria presenterà alle Nazioni Unite un documento sui suoi contrasti con la Corte penale internazionale (Cpi).

Uno dei punti controversi riguarda l’accusa rivolta dal tribunale dell’Aja al Sudafrica di non aver arrestato nel 2015 il presidente sudanese Omar Hassan Al Bashir, ricercato per crimini di guerra e genocidio.

Secondo l’Unione Africana, la Corte persegue solo leader del continente e applica “doppi standard”. “E con la richiesta di far arrestare Al Bashir” denuncia Tambo, “la Cpi ci chiede di andare contro le nostre regole che garantiscono l’immunità dei capi di Stato”.

IL RAPPORTO CON L’ITALIA

Il contrasto con la Corte, però, non impedisce al Sudafrica di rafforzare i rapporti con i partner europei e in particolare con il nostro Paese.

“L’Italia ora sta puntando sull’internazionalizzazione”, dice Tambo, “ed è determinata a sviluppare in modo più intenso la sua relazione con l’Africa, in particolare con l’Africa centrale e meridionale”.

La volontà di approfondire i rapporti si fonda su una cooperazione già fruttuosa.


Tambo ricorda lo Square Kilometer Array (Ska), il più grande sistema di radiotelescopi al mondo, progetto sostenuto dall’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) al quale partecipano oltre 200 giovani scienziati del Sudafrica. Nel deserto del Capo settentrionale ci sono migliaia di antenne, pronte ad ascoltare l’Universo, capaci di produrre una quantità di dati fino a cento volte la galassia internet.

“Ne siamo orgogliosi” sottolinea Tambo. Convinta del resto che i settori nei quali l’Italia sta contribuendo siano vari. Da Enel a Eni, colossi dell’energia impegnati anche nel campo delle rinnovabili, fino alle praline al cioccolato targate Ferrero Rocher.

“Ho visitato la loro fabbrica e sono rimasta colpita” sorride Tambo. “Con il loro approccio, tipico italiano, si sono integrati nella comunità”.

di Vincenzo Giardina, giornalista

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