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Il Governo chiama ma ArcelorMittal non sente e scarica l’Ilva

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia di stampa Dire, per Direoggi | Edizione del 12 novembre 2019

Pubblicato:12-11-2019 15:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:36

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ROMA – Non ci sarà nessun incontro tra Governo e i dirigenti di ArcelorMittal. Previsto per ieri sera, poi spostato ad oggi, alla fine non ci sarà. L’azienda, infatti, ha già depositato in tribunale l’atto con cui chiede di rescindere il contratto che prevedeva anche l’acquisto dell’ex Ilva.

Da parte del Governo ora si replicherà con il ricorso cautelare urgente (ex art. 700) per accorciare i tempi e cercare di costringere così la multinazionale a fare retromarcia. Ma ArcelorMittal da parte sua ha già deciso il cronoprogramma per lo spegnimento dell’altoforno 2. L’impianto, infatti, non è a norma ed entro il 13 dicembre dovrà essere portato a produzione zero a causa delle prescrizioni della magistratura, intervenuta dopo la morte dell’operaio Alessandro Morricella, 35 anni, deceduto nel 2015 dopo essere stato investito da una violenta fiammata mista a ghisa liquida.

La battaglia, a questo punto, diventa sempre più politica. E non sarà facie. Da registrare il duro confronto tra Governo e parlamentari pugliesi del M5S che, lo hanno ribadito anche ora, non voteranno mai l’immunità su cui sta lavorando il Governo. Il loro ‘no’, soprattutto al Senato, rischia di far saltare la maggioranza Pd-M5S con rischio di crisi.


L’immunità serve perché, come detto, dal 13 dicembre l’altoforno 2 si dovrà fermare. A quel punto nessuno, neanche i possibili commissari che saranno chiamati a gestire la fase di transizione, accetteranno il rischio di essere portati in giudizio.

E vien da ridere leggendo, a proposito dei loro 10.700 dipendenti, quanto è scritto sul sito ArcelorMittal Italia: «Le persone sono la nostra risorsa più importante. Ci impegniamo a rispettare politiche d’impiego eque, a garantire le pari opportunità e, con il supporto di tutti, a diffondere una cultura anti-discriminatoria sul luogo di lavoro. Promuoviamo la crescita delle persone attraverso una cultura di responsabilità individuale… sosteniamo gli interessi e la crescita della comunità con il nostro piano ambientale e con progetti dedicati al territorio». Alla fine, solo chiacchiere.

LEGGI DIREOGGI | EDIZIONE DEL 12 NOVEMBRE

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