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VIDEO | Giornata mondiale della Fisioterapia: è una professione presente in tutti i luoghi di vita

L'8 settembre è la giornata dedicata alla Fisioterapia in tutto il mondo. La FNOFI ha realizzato un evento istituzionale presso il Ministero della Salute a cui hanno partecipato rappresentanti istituzionali, pazienti e referenti di ambiti clinico-scientifici

Pubblicato:06-09-2023 18:15
Ultimo aggiornamento:06-09-2023 18:17
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fisioterapia
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ROMA – La fisioterapia in tutti i luoghi di vita: è questo il tema che la Federazione Nazionale degli Ordini della professione sanitaria di Fisioterapista-FNOFI lancia in tutta Italia in occasione della Giornata Mondiale della Fisioterapia che ricorre il prossimo 8 settembre.

“E’ per noi un’occasione importante”, precisa il presidente FNOFI, Piero Ferrante, “perché da un lato ci permette di ricordare la nascita della casa comune dei fisioterapisti, visto che proprio un anno fa ci veniva comunicata la nascita del nostro Ordine professionale. E dall’altro ci consente, insieme alle istituzioni, ai cittadini e agli specialisti di vari ambiti clinici, di riflettere sul futuro della nostra professione“.

Proprio in occasione della Giornata Mondiale la FNOFI ha realizzato un evento istituzionale presso il Ministero della Salute a cui hanno partecipato rappresentanti istituzionali, pazienti e referenti di ambiti clinico-scientifici – Gianni Amunni, oncologo e direttore scientifico ISPRO e Daniela Marotto, reumatologa e presidente CReI – tutte voci concordi nel sottolineare l’importanza oggi dell’intervento riabilitativo fisioterapeutico.


IL PRESENTE

Chi sono oggi, quanti sono e cosa fanno i fisioterapisti? Nati un anno fa, gli Ordini dei Fisioterapisti-OFI sono oggi 38 (l’OFI Lazio e l’OFI interprovinciale di Milano sono i più numerosi) e registrano l’iscrizione complessiva di 70388 fisioterapisti, con la componente professionale femminile maggioritaria (41187 – 58.5% del totale) ed un’età media di 43 anni. E’ da notare come negli ultimi anni la fisioterapia sta richiamando anche gli uomini, si pensi che nel range 60-69 anni, il 63% dei fisioterapisti sono di genere femminile, mentre tra i 20 e i 29 anni la percentuale è ribaltata (53%maschi, 47%femmine). Questo mondo professionale rappresenta un nucleo importante della risposta sanitaria del nostro Paese. Nello specifico c’è 1,2 fisioterapista ogni 1000 abitanti, percentuale che sale a 5,24 professionisti quando ci si riferisce ad over65 e a 36,81 fisioterapisti in riferimento a 1000 abitanti over85. E quali sono dunque gli ambiti di intervento dei fisioterapisti? Il 54,8 dei rappresentanti della professione è impegnato in ambito muscoloscheletrico e reumatologico, il 17,1 in ambito neurologico, il 13,2 nelle geriatrie e nei luoghi “di comunità”, il 2,9% nell’età pediatrica. Il restante è soprattutto impegnato in ambito cardio-respiratorio e di area critica (si pensi al periodo Covid.19 ed alle terapie intensive), mentre l’1,7% lavora nell’area sportiva.

IL FUTURO

E se il fisioterapista è così centrale per la qualità della vita, cosa c’è nel futuro? Risponde Piero Ferrante: “Con i profondi mutamenti demografici ed epidemiologici in atto, i bisogni di salute sono completamente mutati e la necessità di accompagnare i cittadini nell’arco di tutta la vita, obbliga le professioni sanitarie a interrogarsi e modificarsi in ragione delle nuove richieste. La fisioterapia non scappa da questa rivisitazione dei propri paradigmi, e l’occasione dell’8 settembre è utile proprio per fare il punto sul qui e ora, con uno sguardo attento alla professione del futuro”.

Il Rapporto di OMS Europa del 2022 ha stimato che il 42% della popolazione europea, circa 400 milioni di persone, vive con una condizione di salute che richiede cure riabilitative, strategia sanitaria in grado di evitare costosi ricoveri, giorni di ospedalizzazione e rischi di complicanze. L’Italia non fa eccezione con il 44,9% della sua popolazione (oltre 27 milioni di italiani) che necessiterebbe di interventi riabilitativi: per il 61,2% si tratta di disfunzioni del sistema muscolo-scheletrico e per un altro 18,9% di disturbi sensoriali. Il Rapporto OMS mostra che la maggior parte delle persone che necessitano di cure riabilitative non riceve le prestazioni di cui ha bisogno, portando ad un totale stimato di 3,6 milioni di anni di vita sana persi a causa di una condizione di salute che richiede riabilitazione. Questo dato interroga pesantemente la FNOFI che ha già chiaro che il tema della diffusione della fisioterapia “in tutti i luoghi di vita” si colloca quale elemento strategico fondamentale nella definizione delle proprie strategie. “Ormai non c’è alcun dubbio sul ruolo chiave della fisioterapia nel garantire il diritto alla salute”, conclude Melania Salina, vicepresidente FNOFI, “Nella giornata in cui si celebra la Fisioterapia nel mondo, FNOFI dichiara il proprio impegno: nei prossimi mesi lanceremo una campagna per raggiungere i cittadini e censire meglio la totalità del bisogno riabilitativo. Se c’è un sommerso di cure perse, abbiamo la necessità ed il dovere di proporre al sistema quelle soluzioni che consentano davvero di offrire risposte ai 27 milioni di italiani che necessitano di riabilitazione, anche attraverso l’utilizzo e la gestione delle nuove tecnologie”.

CECCHETTO (AIFI): “SVILUPPIAMO RICERCA FISIOTERAPIA DI GENERE E PERSONALIZZATA” 

“La giornata mondiale della fisioterapia nasce nel 1996 per parlare della nostra disciplina ai cittadini e alle istituzioni su spinta della World Physiotherapy, la federazione nazionale delle associazioni dei fisioterapisti nata nel 1951 di cui fa parte AIFI in rappresentanza del nostro Paese”. Con queste parole il presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Fisioterapia (AIFI), Simone Cecchetto, ha aperto il proprio intervento in occasione della conferenza stampa di presentazione della Giornata mondiale della Fisioterapia, organizzata dalla FNOFI e ospitata questa mattina al Ministero della Salute.
“Fino dalla sua fondazione nel 1959- ha proseguito- AIFI ha accompagnato la crescita, entusiasmante, della fisioterapia in Italia. Oggi la fisioterapia è una scienza che si sta sviluppando in moltissimi ambiti, grazie anche al contributo dei nostri Gruppi e Network di interesse specialistico (GIS e NIS). Pensiamo alla fisioterapia muscolo-scheletrica, che trova le migliori strategie per potenziare il recupero funzionale dopo un intervento o un trauma oppure per ridurre il dolore di varia natura nelle lombalgie, nelle cervicalgie o in altri distretti articolari o nelle malattie reumatiche”.

“Pensiamo poi- ha aggiunto Cecchetto- alla fisioterapia neurologica, che potenzia i processi di riapprendimento motorio nelle cerebrolesioni, nelle mielolesioni e rallenta il peggioramento funzionale nelle malattie neurodegenerative. Pensiamo- ha poi dichiarato il numero uno dell’Associazione Italiana di Fisioterapia- alla fisioterapia nelle disfunzioni del pavimento pelvico, in problemi spesso misconosciuti come l’incontinenza urinaria e fecale o il dolore sessuale”. E ancora,ha precisato Simone Cecchetto, “alla fisioterapia linfologica per la riduzione del linfedema e oncologica per il miglioramento della qualità di vita nelle persone con patologie oncologiche, alla fisioterapia cardiorespiratoria, che interviene già a partire dalle rianimazioni, per svezzare i pazienti con i respiratori, per migliorare le performances nelle malattie respiratorie croniche come la BPCO o nelle condizioni cardiache come un infarto”.

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