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IA, gli esperti di Hera svelano gli orizzonti della sfida del secolo: “Opportunità, ma anche rischi”

Decisioni prese dai robot? "A monte serve una data governance e a valle un controllo e una verifica degli output degli algoritmi"

Pubblicato:05-12-2023 18:55
Ultimo aggiornamento:06-12-2023 11:09
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ia hera
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BOLOGNA – L’intelligenza artificiale a poco più di un anno dall’avvio di ChatGpt? Tante opportunità, ma anche rischi, da mitigare anzitutto tramite nuovi controlli a monte e a valle di ogni processo. In ogni caso, con i robot e i loro ‘simili’ bisogna oggi fare i conti. Se ne parla nella sede di Hera, a Bologna, tra esperti, docenti e manager ospiti di Heracademy, la corporate university della multiutility, che titola il suo workshop annuale “L’intelligenza nel futuro: nuovi orizzonti per guidare il rapporto tra intelligenza umana e artificiale”.

Le nuove tecnologie, come l’automazione, la robotizzazione e l’intelligenza artificiale, velocizzano dunque i cambiamenti “e rappresentano una grande sfida, soprattutto nel mondo del lavoro. Se da un lato richiedono nuove professionalità, al tempo stesso generano nuove opportunità e amplificano le potenzialità dell’intelligenza umana: noi già da tempo utilizziamo l’Ia nei nostri processi”, ad esempio nella ricezione della posta e dei reclami, e “questo ci sta consentendo di migliorare l’efficienza, la qualità e la personalizzazione dei nostri servizi”, spiega Cristian Fabbri, presidente esecutivo di Hera, dopo un monologo in sala di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif. Aggiunge Fabbri, che durante il convegno si confronta con Fabio Ferrari, fondatore e presidente di Ammagamma, azienda modenese che aiuta le imprese a innovare i processi tramite l’intelligenza artificiale: “Siamo certi- evidenzia il presidente Hera- che alla base della crescita sostenibile del territorio ci sia anche l’obiettivo di creare valore aumentando l’occupabilità delle persone, valorizzando le competenze individuali e supportando l’evoluzione del rapporto tra i lavoratori e le tecnologie per gestire il cambiamento”, valorizzando i talenti. Condivide Orazio Iacono, ad di Hera: “Le nostre infrastrutture devono essere progettate e gestite con le più avanzate tecnologie, per rispondere meglio, con efficienza ed efficacia, ad eventi estremi come siccità e alluvioni. L’Ia non è oggi solo un supporto, ma va pensata come un nuovo ambiente di vita e lavoro, che può generare più benessere e produttività”. Però puntualizza Iacono: “Oltre alle opportunità, ci sono anche dei rischi. Ecco perché a monte serve una data governance e a valle un controllo e una verifica degli output degli algoritmi, quindi una capacità di controllo sul tipo di decisioni che vengono prese. Lo sviluppo e la diffusione dell’Ia, soprattutto quella generativa, negli ultimi mesi hanno evidenziato ancor di più un aspetto: la velocità con cui i nuovi sviluppi nella trasformazione digitale stanno cambiando e cambieranno i nostri business“. Nel frattempo, sfilano ospiti ed esperti ad Heracademy. Rita Cucchiara, docente all’Università di Modena e Reggio Emilia tra le massime esperte italiane nel campo dell’intelligenza artificiale, illustra “opportunità e rischi”, appunto, dell’utilizzo “già crescente” di Ia. Affrontando in particolare l’intelligenza artificiale generativa e il suo utilizzo in termini di impatto sui modi di lavorare, e sulla trasformazione dei ruoli e dei processi aziendali, Cucchiara (che ‘confessa’ in sala di usare “tutti i giorni ChatGpt, come fosse una calcolatrice”) pone l’attenzione sulla “necessità di una sempre maggiore consapevolezza sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale”. Quest’ultima, dice la prof Unimore, è da declinare secondo una lista che recita come priorità “educazione tecnica”, per le nuove generazioni, e “rieducazione”, per chi è già nel mondo del lavoro, oltre a “responsabilità” da parte di chi progetta e realizza sistemi di Ia, e infine “investimenti”, che in Italia non dovrebbero limitarsi all’acquisto ed all’uso delle piattaforme esistenti. Heracademy diffonde poi in anteprima dalla voce di Enrico Sassoon, direttore responsabile Harvard Business Review Italia, il progetto Macrotrends 2023 “Tra globalizzazione e frammentazione”. Insieme a Giulia Baccarin, fondatrice e ceo di Mipu Predictive Hub, Sassoon pone l’attenzione sull’esigenza di economia, scienza e tecnologia di conviver e “in un mondo unitario e collaborativo”, minacciato però da continue tensioni geopolitiche. L’analisi sull’intelligenza nel futuro, tuttavia, riguarda anche e soprattutto risvolti etici, richiama Luciano Floridi, direttore del centro sull’etica digitale dell’Università di Yale e docente di sociologia della cultura e della comunicazione all’Università di Bologna. Floridi, che parla di “capacità di azione” più che di intelligenza artificiale in senso stretto, insiste “non sull’intelligenza artificiale in sé, ma sull’uso che se ne può fare: sarà questo a determinarne il potenziale e i vantaggi, in vista della vera rivoluzione che avverrà quando saremo stati in grado di governare questa nuova tecnologia e nessuno- assicura Floridi- ci farà più caso”.


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