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Covid, effetto Natale sulla Sicilia e gli esperti alzano il livello di guardia

In una settimana +26% di nuovi casi

Pubblicato:05-01-2023 14:16
Ultimo aggiornamento:05-01-2023 14:17

Palermo tamponi Covid
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PALERMO – Un numero di nuovi contagi pari a 10.800 in una settimana, con un aumento percentuale del 26,18%. I dati sul Covid in Sicilia tornano a fare alzare la soglia di attenzione. Il report settimanale del dipartimento Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico (Dasoe), istituito presso l’assessorato alla Salute della Regione, prende in esame il periodo che va dal 26 dicembre all’1 gennaio e indica un sensibile aumento dei casi. Si tratta dell’ormai conosciuto ‘effetto Natale’, ma tanto basta agli esperti per tornare a suggerire alcune norme comportamentali che sembravano ormai relegate al periodo dell’emergenza.

GLI ESPERTI: “EVITATE GLI ASSEMBRAMENTI”

Alla luce della “elevata incidenza e della ormai quasi completa presenza delle varianti Omicron di Sars-Cov-2”, il Dasoe suggerisce il “rispetto delle misure comportamentali individuali e collettive, in particolare il distanziamento interpersonale, l’uso della mascherina quando richiesto, l’aereazione dei locali e l’igiene delle mani”. Gli esperti della Regione, inoltre, sottolineano l’opportunità di “ridurre le occasioni di contatto evitando in particolare situazioni di assembramento”. Raccomandazioni che riguardano anche i vaccini: sarebbero necessari, infatti, “una più elevata copertura vaccinale, in tutte le fasce di età, soprattutto quella 5-11 anni”, oltre che “il completamento dei cicli di vaccinazione e il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso le dosi booster nei soggetti che hanno superato i 120 giorni dall’ultima dose”.

TRE LE PROVINCE PIÙ COLPITE

Gli altri dati del monitoraggio settimanale indicano che l’incidenza cumulativa media in Sicilia si è attestata a 225 casi per 100.000 abitanti. Tassi più elevati si sono registrati nelle province di Ragusa (289 ogni 100.000 abitanti), Palermo (250) e Messina (234). Secondo il documento, le fasce d’età maggiormente a rischio sono quelle tra gli 80 e gli 89 anni (383 casi su 100.000 abitanti), tra i 70 e i 79 anni (3720) e tra i 60 e i 69 anni (331). Le nuove ospedalizzazioni sono in lieve aumento, sebbene molti contagi siano stati rilevati su soggetti ricoverati per altri motivi. Più di metà dei pazienti in ospedale, nella settimana di riferimento, risultano non vaccinati.


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