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A Venezia arriva ‘Babyteeth’, adolescenza e malattia nel segno dell’ironia

Il film, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, e' stato presentato oggi al Lido

Pubblicato:04-09-2019 17:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:40

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VENEZIA – L’esuberanza dell’adolescenza, l’emozione unica del primo amore e allo stesso tempo la consapevolezza, cruda, della nostra impermanenza. E’ cio’ di cui parla ‘Babyteeth’, opera prima dell’australiana Shannon Murphy, una delle due pellicole, su 21, dirette da donne, in concorso quest’anno alla 76esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

LE POLITICHE DI GENDER NEL CINEMA AUSTRALIANO

“Se e’ stato difficile per una donna dirigere questo film? Credo che la lotta sia quella di dover rispondere a domande come questa, in particolare perche’ in qualche modo tolgono qualcosa al lato artistico di cio’ che facciamo”.Ha risposto cosi’ Murphy, questa mattina a Venezia, durante la conferenza stampa di presentazione del film, alla quale hanno preso parte anche la sceneggiatrice Rita Kalnejais, i produttori Alex White e Jan Chapman, e alcuni dei protagonisti del film, tra cui Eliza Scanlen, Toby Wallace e Ben Mendelsohn.

“No, in Australia non e’ difficile essere una regista donna– ha proseguito- Abbiamo un programma straordinario che affronta le questioni di genere e ci sono incentivi per le societa’ di produzione che hanno meta’ uomini e meta’ donne nei ruoli di leadership”. A farle eco la produttrice Chapman, che si e’ mostrata entusiasta della regolamentazione australiana in tema di politiche di gender nel Cinema: “Ho prodotto molti film diretti da donne negli ultimi vent’anni- ha dichiarato- Mi sento molto positiva rispetto alla partecipazione ai festival e ai film realizzati da donne. Abbiamo un programma straordinario”.


COME E’ NATO BABYTEETH?

Oltre a Murphy c’e’ un’altra donna a cui si deve la realizzazione di ‘Babyteeth’, ovvero la sceneggiatrice Rita Kalnejais. “Quando ho iniziato a scrivere il testo teatrale che ha dato origine alla sceneggiatura gia’ immaginavo una lettura piu’ ampia, visiva- ha dichiarato Kalnejais che in conferenza ha raccontato, commossa, anche qual e’ stata la sua fonte di ispirazione.

Avevo un’amica che e’ morta quando avevo 20 anni a causa di una malattia simile a quella della protagonista di ‘Babyteeth’- ha spiegato- Ho visto come ha vissuto gli ultimi momenti, anche se all’epoca forse non ho realizzato profondamente la cosa e non ho scritto nulla al riguardo. Quando affrontiamo momenti cosi difficili e intensi, la mia esperienza mi dice questo, per affrontare la situazione le persone si stringono e cercano di creare momenti buffi, di cui hanno bisogno per andare avanti”.

BABYTEETH, DI COSA PARLA IL FILM

La protagonista di ‘Babyteeth’ infatti e’ Milla Finlay, un’adolescente affetta da un tumore, che si innamora di un giovane spacciatore di nome Moses. Il ragazzo e’ tutto cio’ che i genitori di Milla non augurerebbero alla loro figlia. La malattia della ragazza li costringera’ pero’ ad accettare il legame tra i due giovani, che regalera’ gioia al Milla e cambiera’ le dinamiche interne della famiglia.

BABYTEETH, LA RECENSIONE

La forza di questa pellicola e’ l’ironia alla base della sceneggiatura, che permette di affrontare un tema cosi’ duro come la malattia in maniera leggera, con “un’ironia pratica”, sapientemente distribuita. “Volevamo che in ogni inquadratura ci fosse qualcosa di drammatico se la scena era umoristica e viceversa”, ha dichiarato Murphy.

“Il film e’ un’automedicazione- ha proseguito la regista-, ogni personaggio si da un’autoterapia legale o meno”. Cosi come Moses fa uso di droghe, la madre di Milla riesce ad andare avanti e ad accettare la malattia della figlia solo grazie agli psicofarmaci che suo marito, psichiatra, le prescrive. Mano a mano che i minuti passano, infatti, lo spettatore viene a conoscenza delle contraddizioni interne e delle crepe di una famiglia che sta vivendo il suo momento piu’ buio, senza che per questo il film diventi melenso, cavalacando l’onda di un sentimentalismo retorico.

Tutto cio’ e’ reso possibile, oltre che da un’ottima sceneggiatura, anche dallo stile cinematografico di Murphy, caratterizzato da momenti di rottura rappresentati attraverso l’uso della musica, e soprattutto con l’ottima prova attoriale dei protagonisti del film, nessuno escluso.

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