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All’Eliseo Macron riceve 220 sindaci dopo i disordini

Dibattito aperto su sostegni economici e riforma della sicurezza

Pubblicato:04-07-2023 14:25
Ultimo aggiornamento:05-07-2023 12:37

macron eliseo
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ROMA – È iniziato a mezzogiorno all’Eliseo un incontro tra il presidente Emmanuel Macron con 220 sindaci delle città più colpite dai disordini che hanno investito la Francia, dopo l’uccisione del 17enne Nahel a Nanterre per mano di un poliziotto. Il tavolo ha come obiettivo fare un’analisi dei danni – tra cui si registrano roghi, saccheggi e il danneggiamento di arredi urbani – e trovare soluzioni condivise e di lungo periodo, anche in merito al rafforzamento della sicurezza. Il confronto avviene mentre il governo valuta aiuti economici a commercianti e imprenditori che hanno subito atti di vandalismo, mentre fa discutere la proposta giunta dai partiti di estrema destra di bloccare i sussidi alle famiglie dei giovani arrestati in questi giorni.

All’indomani della seconda notte di calma nel Paese, che fa presagire un allentamento delle tensioni, altre due questioni animano il dibattito sulla stampa francese, e che chiama in causa la politica: quale risposta dare ora al disagio emerso tra i giovani, e se sia il momento per riformare il settore della polizia – in particolare rispetto alla possibilità di usare armi da fuoco. Le forze dell’ordine sono accusate non solo della morte del giovane Nahel, ma più in generale di reprimere con eccessiva forza le manifestazioni del dissenso, come le ong sui diritti umani affermano dall’epoca dei corte dei “gilet gialli” o, più di recente, in occasione dei cortei contro il governo di fine maggio.

Nella serata di ieri, il presidente Emmanuel Macron ha tuttavia riaffermato il suo “sostegno” alle forze dell’ordine, compiendo una visita a sorpresa alla caserma Bessières, nel XVII arrondissement di Parigi. Accompagnato dal ministro dell’Interno Gérald Darmanin, Macron ha infatti incontrato i poliziotti della Brigade anti-criminalité (Bac), ossia la Brigata anticrimine.

Quanto all’incidente che ha causato la morte di Nahel – ucciso a sangue freddo perché aveva rifiutato di fermare la sua macchina a un posto di blocco – il terzo passeggero dell’auto ha fatto sapere che sporgerà denuncia alla Procura della Repubblica per “violenza volontaria” contro il poliziotto che ha aperto il fuoco. Secondo quanto ha detto ai media locali l’avvocata Karen Noblinski, l’atto dell’agente può configurarsi come “violenza psicologica e persino fisica” in quanto “pone la questione del deliberato pericolo”. Secondo Noblinski, “nessuno sa se il proiettile avrebbe potuto colpire o meno” anche il suo assistito.


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