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Ddl Mobbing, Bagni Cipriani: “Bene con sanzioni e ruolo della consigliera di Parità”

Francesca Bagni Cipriani ha proposto i due suggerimenti stamattina in un'audizione alla commissione Lavoro della Camera dei deputati

Pubblicato:04-03-2020 15:42
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:06

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ROMA – Un collegamento con il ruolo della consigliera di Parità e una particolare attenzione al tema delle sanzioni. Sono i due suggerimenti che la consigliera nazionale di Parità, Francesca Bagni Cipriani, ha proposto stamattina in un’audizione alla commissione Lavoro della Camera dei deputati nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recanti disposizioni per la prevenzione e il contrasto delle molestie morali e delle violenze psicologiche in ambito lavorativo

Dopo aver richiamato le difficoltà “nel condurre azioni di rimozione del comportamento e sanificazione della situazioni” in caso di mobbing, mancando la fattispecie di reato, la Consigliera osserva che nelle proposte, definite “interessanti”, “non c’è la condizione femminile” e “si parla lavoratori e lavoratrici solo nella proposta di legge 1722, il resto non è segnato nemmeno con la stellina. Tutti gli anni ci arrivano i report delle consigliere che raccolgono le denunce nelle proprie sedi e abbiamo del fenomeno una lettura ampia- continua la Consigliera- Quelle che noi leggiamo come discriminazioni, in molti casi, sono quello mobbing. Ho portato delle sentenze recenti: in una c’è il mobbing, un comportamento difforme, aggressivo, lesivo nei confronti di una lavoratrice sull’orario di entrata. Una condizione inaccettabile che, non avendo il reato di mobbing, abbiamo vinto in giudizio come violazione del principio di pari opportunità tra uomini e donne, attraverso l’elasticità dell’orario di lavoro. Ci hanno dato ragione, ma è stato faticoso. Con uno strumento in più ci saremmo riusciti meglio”.

Quindi, la proposta: “Siccome svolgiamo un lavoro importante vi chiederei che ci sia, nella discussione e nell’elaborazione della proposta definitiva, il collegamento col ruolo della consigliera di Parità, che è soggetto che entra dentro il meccanismo produttivo di un territorio ed è in grado di leggere abbastanza bene le situazioni. Abbiamo firmato un protocollo d’intesa con il Consiglio nazionale Forense (Cnf) e l’Ispettorato e abbiamo messo in piedi in tutta Italia, a parte Sicilia e Calabria in cui sono stati annullati in questi giorni, dei corsi sul diritto antidiscriminatorio formulati dal Cnf, nelle organizzazioni degli Ordini sul territorio, e dalle consigliere, per formare figure che affrontassero in modo articolato queste situazioni. Mettere dentro anche i comportamenti sui territori, di sofferenza sui posti di lavoro, con un’attenzione alla specificità femminile, potrebbe rendere più concreta la proposta di legge”. 


Bagni Cipriani raccomanda, poi, particolare attenzione sulle sanzioni: “Le consigliere possono sanzionare in maniera pesantissima. Esercitando la propria funzione rispetto ai piani di azioni positiva, ad esempio, o annullando un concorso interno se ha una commissione senza presenza femminile. Credo sia importante, perchè un orizzonte di premio-punizione dovrebbe essere l’atteggiamento con cui affrontare queste situazioni, che sono complesse e a cui bisogna rispondere, quindi, in maniera complessa. La sanzione è qualcosa che deve dare il segno e far capire che c’è anche un altro comportamento nel gestire questo tipo di problemi. Per questo, abbiamo tenuto i corsi di 40 ore in tutte le regioni, formando, soprattutto, avvocati”. 

Fondamentale infine, per Bagni Cipriani, “lo straordinario lavoro che fanno le consigliere provinciali, poco valutato, poco conosciuto e a volte anche poco ‘apprezzato'”, ridotto, spesso, a vero e proprio “volontariato”. Una “forza straordinaria che sta dentro i meccanismi dei territori” e andrebbe sostenuta con “un finanziamento” apposito, che “dovrebbe partire, a questo punto, dalle province. Sarebbe utile e interessante parlarne”, conclude.

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