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Innovazione, dal 5 al 7 ottobre governo ed esperti alla ‘Cernobbio del digitale’

Butti: "L'Italia ha una storia ricca di innovazione e ingegno, ed è su questa base che possiamo costruire una cultura orientata alla trasformazione digitale, ma che abbia sempre al centro i diritti dei cittadini"

Pubblicato:03-10-2023 10:42
Ultimo aggiornamento:03-10-2023 10:42
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ROMA – “L’Italia ha una storia ricca di innovazione, creatività e ingegno, ed è proprio su questa base che possiamo costruire una cultura orientata alla trasformazione digitale, ma che abbia sempre al centro i diritti dei cittadini”. Così il sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione Alessio Butti commenta con la Dire le parole di qualche giorno fa del creatore di ChatGPT Sam Altman sulla necessità dell’Italia di “fare una scelta culturale per sviluppare l’ecosistema tecnologico e l’Ai”. Le parole di Butti arrivano a qualche giorno dalla partenza del ‘ComoLake2023una tre giorni dedicata all’innovazione, che gli organizzatori hanno definito la “Cernobbio del digitale” con un programma diviso in 5 aree tematiche, oltre 15 panel previsti con 80 speaker provenienti da tutto il mondo e la presenza di rappresentanti nazionali e internazionali di Governo, Parlamento, Commissione Europea, Autorità regolatorie, Organismi sovranazionali, Università, Aziende, Esperti, Consumatori e Media. Sono 10 i ministri del governo italiano di cui confermata la presenza.

“La ‘Cernobbio del digitale’- spiega alla Dire il Sottosegretario i cui interventi apriranno e chiuderanno la manifestazione- è nata dalla necessità di colmare un vuoto di confronto su temi fondamentali dell’economia digitale. Il segnale che il Governo vuole trasmettere è l’importanza e l’attenzione data ai temi legati alla digitalizzazione e alla tecnologia. La presenza di molti ministri del Governo Meloni, insieme a esponenti politici di altre nazioni, ambasciatori, docenti universitari e alti dirigenti della commissione europea, evidenzia l’importanza strategica di questi argomenti non solo per l’Italia, ma anche a livello internazionale. L’evento rappresenta un’opportunità unica di incontro e confronto tra istituzioni, imprese e università, mirando a delineare le politiche digitali dei prossimi anni e la crescita economica, particolarmente nell’ottica degli investimenti con i fondi del Pnrr”.

L’evento si terrà il 5, 6 e 7 ottobre presso il Centro Internazionale Esposizione e Congressi di Villa Erba a Cernobbio, sul lago di Como e abbraccerà i temi di maggiore rilevanza nel quadro dell’innovazione, dallo sviluppo delle infrastrutture ai servizi, dalla modernizzazione di trasporti e mobilità all’energia e la sostenibilità. Il terzo giorno, in particolare, sarà dedicato alla Pubblica amministrazione che “grazie al Testo unico sull’Innovazione- spiega Butti- avrà un quadro normativo chiaro, esaustivo e soprattutto facilmente applicabile. La nostra ambizione- aggiunge- è di dare vita a un documento che possa essere un punto di riferimento solido e duraturo nel tempo, un vero e proprio catalizzatore dell’innovazione per il nostro Paese”.


IL TESTO UNICO SULL’INNOVAZIONE

La riforma è sicuramente attesa da molti dei professionisti di digitale ed esperti di sicurezza dei dati informatici che operano nelle pubbliche amministrazioni. Per il presidente di Anorc Professioni, Andrea Lisi, che durante il ComoLake2023 interverrà assieme al componente dell’Autorità garante della Privacy Agostino Ghiglia, “la quantità di regole e regolamenti che riguardano il mondo del digitale in Italia e in Europa è così copiosa che si rischia l’ipertrofia normativa finendo per trasformarsi paradossalmente in un ostacolo per i professionisti che si occupano di tutela e conservazione dei dati. È comunque ormai noto quanto sia importante oggi la salvaguardia dell’integrità dei dati informatici e su questo le regole ci sono. Investire sul digitale- continua Lisi- significa creare un ponte verso il futuro, ma se vogliamo fare in modo che questo ponte regga al tempo e ai cambiamenti dobbiamo stare attenti ad ogni elemento con cui lo costruiamo sin dal principio. In questo senso la corretta conservazione dei dati informatici è l’unica garanzia che i ‘mattoni’ che utilizziamo per costruire il nostro ponte siano il materiale migliore. Anche se pensiamo all’Intelligenza Artificiale generativa, questa si basa su dati con cui la istruiamo. Se questi dati non sono integri e di qualità allora non possiamo essere sicuri di come l’Ia si svilupperà. Chi vorrebbe che i servizi, anche sensibili, siano gestiti da sistemi che assorbono la loro intelligenza da dati deteriorati?”.

Un tema, quello sollevato da Lisi, che assume ancora maggiore rilevanza se si considerano le parole del Sottosegretario Butti sull’integrazione di sistemi di Ia nei meccanismi pubblici. “L’intelligenza artificiale- sostiene Butti- rappresenta, senza ombra di dubbio, uno degli strumenti più potenti a nostra disposizione per portare innovazione e efficienza in ogni settore, e la Pubblica amministrazione non fa eccezione. Il Governo Meloni comprende perfettamente l’importanza di stare al passo con questa evoluzione tecnologica. L’Italia ha bisogno di recuperare il tempo perduto e correre con le decisioni giuste e adottare soluzioni di intelligenza artificiale nelle nostre pubbliche amministrazioni e aziende è solo l’inizio. Ma non possiamo fermarci solo all’adozione: è essenziale che l’Italia non sia un mero cliente di prodotti IA altrui, ma che diventi un punto di riferimento nel campo. È per questo che stiamo lavorando per innescare un vero e proprio sistema di attenzione e attrazione nazionale sull’intelligenza artificiale. Questo comporta sostenere le imprese italiane del settore e promuovere collaborazioni proficue con le nostre università specializzate in IA. Assegneremo- conclude Butti- anche ruoli istituzionali specifici per l’indirizzo e la vigilanza in questo ambito, e avremo il supporto di uno Steering Committee di alto profilo, composto dai migliori esperti italiani del settore. Questo approccio multidimensionale assicurerà che la Pubblica amministrazione non solo stia al passo con i tempi, ma che possa effettivamente guidare l’innovazione nel nostro Paese”.

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