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Tentato golpe in Guinea Bissau, il missionario: “Spari per ore, situazione torna alla normalità”

La Guinea Bissau è stata teatro di diversi golpe dopo l'indipendenza dal Portogallo, ottenuta nel 1974

Pubblicato:02-02-2022 08:30
Ultimo aggiornamento:02-02-2022 08:30

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ROMA – “C’è stato un tentativo di golpe, con spari anche con armi pesanti dopo mezzogiorno; da quel che si capisce le cose stanno tornando alla normalità e a breve il presidente Umaro Sissoco Embalo dovrebbe tenere un discorso”: a parlare con l’agenzia Dire è padre Celso Corbioli, missionario veneto da anni in Guinea Bissau. Nel pomeriggio di ieri dal Paese sono giunte notizie su un assalto condotto da militari al palazzo governativo dove era in corso un consiglio dei ministri, con il capo dello Stato e il primo ministro Nuno Gomes Nabiam.

Fonti concordanti, tra le quali l’emittente locale Radio Sol Mansi, hanno riferito dell’irruzione di un commando nel palazzo nella capitale Bissau e della presa in ostaggio di piu’ persone, tra le quali anche giornalisti. Secondo padre Corbioli, “in un attimo la città si è fermata, le saracinesche sono state abbassate, sono state chiuse anche le scuole e il traffico si è fatto inesistente”. Il missionario, della congregazione degli Oblati di Maria immacolata, aggiunge: “Adesso le cose sembrano tornare alla normalità, ma tra poco ne sapremo di piu'”.

Contattato telefonicamente dalla rivista Jeune Afrique, in serata Embalo ha detto di essere “al sicuro” nel palazzo presidenziale. Il capo di Stato ha aggiunto che la situazione è stata “riportata sotto controllo” ma che gli scontri sono durati circa cinque ore e che ci sono stati “molti morti”. Criticato di recente da Nabiam per via di un rimpasto di governo, Embalo ha concluso: “Sono stati elementi isolati”.


La Guinea Bissau è stata teatro di diversi golpe dopo l’indipendenza dal Portogallo, ottenuta nel 1974. Il Paese, affacciato sull’Oceano Atlantico, è considerato uno snodo del narcotraffico che dall’America Latina raggiunge l’Europa. Embalo era stato eletto nel dicembre 2019 come candidato di Madem, un partito nato da una scissione del Paigc, il Partito per l’indipendenza della Guinea e di Capo Verde al potere sin dagli anni ’70.

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