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Calabria, ritrovate 14 opere d’arte trafugate dal re dei videopoker/FT e VD

Quadri e dipinti sono stati individuati in un appartamento a Messina i Carabinieri: l'operazione è stata guidata dalla Dda di Reggio Calabria

Pubblicato:11-02-2017 09:48
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:53

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REGGIO CALABRIA – Un consistente sequestro di opere d’arte e una denuncia sono stati eseguiti oggi a Reggio Calabria dai Carabinieri su indicazione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Si tratta di 14 opere d’arte, molte delle quali dipinti, presumibilmente appartenenti a Gioacchino Campolo, definito ‘re dei videopoker‘, che sono stati trovati in possesso di un suo ex collaboratore, D. F., un uomo di Reggio Calabria di 64 anni, che oggi è stato denunciato. Gioacchino Campolo è stato al centro di una maxi confisca di quadri di grande valore artistico, effettuata nel 2014 e che oggi fanno parte di una notevole pinacoteca pubblica ospitata nel Palazzo della Cultura a Reggio Calabria. Si tratta di quadri e altre opere d’arte di Dalì, Sironi, Ligabue, Fontana, De Chirico, Veronesi, Bonalumi.


Nel sequestro odierno, effettuato in un appartamento a Messina che il 64enne aveva a disposizione, i Carabinieri supportati dal Nucleo Tutela Patrimonio di Cosenza e della Compagnia di Messina, hanno recuperato anche un dipinto di carattere religioso-chiesastico su tela raffigurante ‘Miracolo di Gesù‘ (guarigione del nato cieco) asportato a Randazzo (Catania) nel 2001. Un più accurato controllo dell’immobile di Messina intestato all’uomo denunciato, ha permesso di recuperare altre 13 opere d’arte, comprendenti, inoltre, alcuni dipinti di Guttuso e Dalì.

I Carabinieri, grazie ad una specifica banca dati, hanno verificato che alcune di queste opere erano state sottratte all’esecuzione di un provvedimento giudiziario, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, diretta dal Procuratore Capo Federico Cafiero De Raho, nel gennaio 2014, nei confronti di Gioacchino Campolo. Tutte le opere d’arte ritrovate, il cui valore è in corso di quantificazione, sono state sequestrate in attesa ulteriori accertamenti peritali per verificarne la provenienza ed attestarne il valore.

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