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Vaccino meningite, toscani provano a ‘infiltrarsi’ in Emilia-Romagna. Ma Toscana smonta caso

Di recente sarebbero arrivate diverse telefonate di cittadini toscani pronti a venire in Emilia-Romagna per prenotare i vaccini

Pubblicato:02-02-2017 16:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:51

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BOLOGNA – La paura da meningite fa sì che ci siano anche cittadini che per pagare di meno il vaccino tentano di prenotare in un’altra regione, dove si spende di meno. “Ci sono dei toscani che cercano di infilarsi qui perchè il vaccino contro il meningococco B lo facciamo pagare 50 euro mentre lì costa 90″, afferma Maria Grazia Pascucci, dirigente del servizio Prevenzione collettiva e sanità pubblica della Regione Emilia-Romagna e coordinatrice della Commissione vaccini istituita da viale Aldo Moro. Il tema è emerso durante una commissione del Consiglio comunale di Bologna, dedicata ad approfondire l’argomento vaccinazioni. “Una collega di Bologna mi ha detto che alcuni cittadini toscani hanno tentato di prenotare al Cup bolognese“, spiega Pascucci, ma “è impossibile” dire di sì: “In condizioni normali forse potremmo essere più generosi”, aggiunge la funzionaria regionale, ma in questa fase è escluso visto che per questo tipo di vaccini “abbiamo già la fila” per i prossimi mesi.

Il costo di 50 euro, in particolare, è riferito alla tariffa che da quest’anno è in vigore per le persone fino a 18 anni. Per i maggiorenni si parla di 70 euro, mentre per i nati nel 2017 la vaccinazione contro il meningococco B è gratuita. Proprio la copertura vaccinale degli adolescenti “è quello che ci sta difendendo dai problemi avuti dalla Toscana”, sottolinea Pascucci. Quando si parla di meningococco, infatti, “la strategia vincente è vaccinare bene i bambini e gli adolescenti“, spiega la funzionaria, perchè questo “evita la circolazione del batterio”. La vaccinazione degli adulti, invece, è utile per tutelare i singoli individui ma non per contenere la diffusione del batterio. In virtù delle politiche messe in atto nel passato, “i nostri adolescenti sono praticamente tutti coperti”, ricorda Pascucci, mentre la Toscana “aveva una copertura più bassa” e ora su questo fronte si è dovuta “mettere in pari”.

di Maurizio Papa, giornalista professionista


VACCINO MENINGITE, REGIONE TOSCANA SMONTA IL CASO: “NON CONVIENE ANDARE FINO A BOLOGNA”

Stefania Saccardi

FIRENZE – I pazienti toscani stanno provando a infiltrarsi in Emilia Romagna per ottenere il vaccino contro il meningococco di tipo B con un ticket ribassato? La notizia diffusa da Maria Grazia Pascucci, dirigente del settore Sanità pubblica dell’Emilia Romagna viene accolta con stupore e irritazione dalla Regione Toscana. L’assessorato al Diritto alla Salute presieduto da Stefania Saccardi, a quel che apprende la ‘Dire’, non solo non è edotto su casi di prenotazioni da parte di correligionari al Cup di Bologna, ma anzi tende a considerare le dichiarazioni di Pascucci come delle “falsità“.

In primo luogo, perché se a Bologna un paziente paga 50 euro di ticket in Toscana ne corrisponde effettivamente 70 e non 90, come dichiarato nell’audizione in commissione a palazzo d’Accursio. Non si vede per quale ragione, è il ragionamento che circola fra i dirigenti dell’assessorato toscano, un paziente dovrebbe sobbarcarsi un viaggio fino a Bologna per ottenere un’economia di 20 euro. Quel che risparmierebbe nel ticket sarebbe costretto a sborsarlo per il carburante dell’auto o per il biglietto del treno andata e ritorno. Inoltre, circa il fatto che in Emilia la migliore copertura vaccinale avrebbe protetto dal picco di casi di meningite viene fatto notare che questo ragionamento non può valere per il ceppo B. Per la semplice ragione che l’impennata di pazienti colpiti dall’infezione non riguarda il meningococco B, ma il C per il quale peraltro vige ancora la campagna straordinaria di vaccinazioni gratuite somministrabili direttamente dai medici di famiglia. E sempre per restare al ceppo B, se una differenza proprio la si deve riconoscere fra la politica adottata in Toscana rispetto all’Emilia Romagna è che per una scelta della Giunta Rossi per tutti i bambini nati dal 2014 in poi, oltre che per i pazienti a rischio, la vaccinazione è gratuita. Mentre, analoga disposizione a Bologna è iniziata a essere applicata solo per i neonati venuti alla luce dal 1° gennaio di quest’anno.

di Carlandrea Poli, giornalista

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