Roma, 29 mar. - "I 15 miliardi che sono stati previsti dalla missione 6 del Pnrr dovrebbero comportare una serie di interventi che, in parte, impattano sul territorio e, in parte, impattano invece sul versante ospedaliero. Sul versante ospedaliero il ragionamento è un po' più semplice, perché si tratta di procedure amministrative la cui responsabilità ricade completamente sulle direzioni generali, che devono svolgere quelle attività di rinnovamento delle apparecchiature o di adeguamento strutturale degli ospedali alle norme antisismiche previste dal Pnrr". Lo ha affermato il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, a margine dell'evento 'Le nuove sfide del territorio nell'endemia post-Covid. Stakeholder a confronto per una migliore presa in carico della cronicità', al Roma Eventi Fontana di Trevi.
"Sul versante territoriale- ha proseguito- la questione è invece molto più complessa, perché con quelle risorse bisognerebbe costruire le case di comunità, gli ospedali di comunità e avviare l'assistenza domiciliare".
"Ora- ha poi sottolineato Anelli- poiché non è stata completata una vera e propria riforma dell'assistenza territoriale, ovviamente le difficoltà che ci sono nell'interpretare e nel dare un significato a un tipo di assistenza che prevede l'utilizzo delle case di comunità in assenza di accordi sindacali, e quindi con i professionisti, diventa ovviamente un problema anche nell'attuazione di queste misure".
"Poi- ha concluso il presidente Fnomceo- anche nell'assistenza domiciliare, dove si fa sentire in maniera molto forte la carenza del personale, la previsione di oltre due miliardi di euro per realizzare l'obiettivo del 10% di assistenza domiciliare, non può che prevedere la presenza di professionisti. Oggi la carenza del personale, non solo medico ma anche infermieristico, porta ad avere forti perplessità sul raggiungimento di questo obiettivo".
(Red)