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Emergenza ospedali, Cimo-Fesmed: "Servono 37mila posti letto in più"
Roma, 20 mar. - Negli ospedali italiani servono 37mila posti letto in più, passando dunque dagli attuali 235mila a 272mila e portando il numero di letti ogni 100mila abitanti da 3,9 a 4,5, rimanendo comunque distante dalla media europea, pari a 5,3 posti letto ogni 100mila abitanti. Un aumento dunque necessario a recuperare i 37mila posti letto tagliati negli ultimi 10 anni che hanno ridotto notevolmente l'offerta sanitaria, facendo allungare le liste d'attesa e costringendo chi può a rivolgersi alla sanità privata.
Al contempo andrebbe rafforzato anche il personale sanitario, oggi invece ridotto all'osso dal blocco del turnover, dal tetto alla spesa sul personale e dalla fuga di professionisti dalla sanità pubblica. Secondo il sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed (a cui aderiscono le sigle Anpo, Ascoti, Cimo, Cimop e Fesmed) occorrerebbe dunque invertire il processo avviato dal Dm 70/2015, che ha portato a tagliare in modo lineare ospedali e posti letto senza rafforzare al contempo l'assistenza territoriale.
"I pazienti che vanno in Pronto soccorso- dichiara il presidente Cimo-Fesmed, Guido Quici- devono aspettare giorni in barella, in condizioni spesso indegne, perché nei reparti non ci sono posti letto sufficienti per ricoverarli. Per un intervento chirurgico bisogna attendere anni perché le capacità delle strutture sono eccessivamente limitate. A tutto questo, ovviamente, si aggiunge la carenza di personale, altra criticità che va affrontata con un piano straordinario di assunzioni e di incentivi per i dipendenti del Servizio sanitario nazionale in modo da rendere nuovamente attrattiva la sanità pubblica e frenare la fuga verso il privato".
"È vero- continua- che una parte dei bisogni di salute dei cittadini sarà assorbita dalle case e dagli ospedali di comunità finanziate dai fondi del Pnrr, ma occorreranno anni per renderli funzionanti, se mai lo saranno davvero, mentre l'emergenza ospedaliera è oggi, e va affrontata rapidamente".
"D'altro canto- sottolinea Quici- anche l'Ufficio parlamentare di bilancio recentemente ha confermato di nutrire gli stessi dubbi che Cimo-Fesmed evidenzia da tempo in merito alla valutazione delle risorse correnti necessarie a rendere operative sia le nuove strutture di assistenza sanitaria territoriale che l'adeguamento del personale".
"Da tempo chiediamo una riforma del Dm 70/2015- prosegue- che ha mostrato tutti i suoi limiti, da attuare in parallelo con la riforma dell'assistenza sanitaria territoriale. Da anni invece su questi temi non c'è alcun confronto con i sindacati".
"Domani- conclude Quici- incontreremo nuovamente il ministro della Salute, Orazio Schillaci e, ancora una volta, gli chiederemo di avviare una riforma complessiva del Servizio sanitario nazionale coinvolgendo anche i rappresentanti dei lavoratori".
(Red)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Stefano De Lillo |
SEGRETARIO Cristina Patrizi |
TESORIERE Guido Coen Tirelli |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Musa Awad Hussein |
Emanuele Bartoletti |
Vincenzo Bianco |
Gianfranco Damiani |
Aldo Di Blasi |
Marina Di Fonso |
Luisa Gatta |
Valentina Grimaldi |
Andrea Isidori |
Ivo Pulcini |
Maria Grazia Tarsitano |
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CONSIGLIERI ODONTOIATRI |
Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
Brunello Pollifrone |
Sabrina Santaniello |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
VICE-PRESIDENTE Sabrina Santaniello |
SEGRETARIO Giovanni Migliano |
Claudio Arcuri |
Francesco Carpenteri |
Antonio D'Apolito |
Nicola Illuzzi |
Rebecca Jewel Manenti |
Giuseppe Marzo |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Leonardo Carletti |
REVISORE EFFETTIVO Alfredo Cuffari |
REVISORE EFFETTIVO Antonio Manieri |
SUPPLENTE Giovanni Carnovale |
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