Roma, 8 mag. - "Sono fermamente convinto che tra i driver che devono guidare la ridefinizione dei nuovi modelli assistenziali, la continuità abbia un ruolo centrale. Innanzitutto tra gli ospedali e le strutture territoriali, che stiamo realizzando e che non vanno intese come corpi separati all'interno del sistema ma devono essere in grado di dialogare con gli ospedali". Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo al XXVIII Congresso nazionale della Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (Fadoi).
"Come emerge anche in una vostra indagine di qualche mese fa- ha proseguito l'esponente del governo- senza l'integrazione tra ospedale e territorio continueremo ad avere posti letto di medicina interna occupati in maniera inappropriata e, spesso, con pazienti che non possono essere dimessi per la mancanza di strutture intermedie, di caregiver o familiari che si occupino di loro. È una inappropriatezza che costa al Servizio sanitario nazionale quasi 1 miliardo di euro l'anno".
"In questa stessa indagine- ha concluso Schillaci- si sottolineava la necessità di superare una classificazione ormai vetusta che etichetta le medicine interne come reparti a bassa intensità di assistenza. Una classificazione che non considera come la stragrande maggioranza dei degenti nei vostri reparti sia costituita da pazienti complessi, molti dei quali richiedono un'alta intensità di cura".
(Red)