Roma, 10 lug. - "È un grande onore per me parlare oggi all'Università Cattolica ai nuovi medici all'inizio del loro nuovo viaggio. Essere a Roma con il suo profondo senso della storia mi porta a trasmettere un messaggio che abbraccia i nuovi progressi della medicina senza mai dimenticare ciò che è immutato dall'antichità ". Così Abraham Verghese, professore del Dipartimento di Medicina presso la Stanford University School of Medicine e autore di numerosi libri, tradotti in tutto il mondo, che venerdì 7 luglio, nella Sede di Roma dell'Ateneo, ha tenuto il Commencement Speech del Graduation Day, la cerimonia per i laureati del Corso in Medicine and Surgery della Facoltà di Medicina e chirurgia.
Sono stati 41 i nuovi medici proclamati dottori in Medicine and Surgery, il Corso di laurea magistrale a ciclo unico attivo presso il campus di Roma dell'Università Cattolica dall'anno accademico 2013-2014 ed interamente in lingua inglese. Sono più di 200 i laureati dal primo anno di istituzione del corso che vede la partecipazione di studenti da oltre 60 Paesi del mondo in 5 continenti. La cerimonia è stata aperta dai saluti istituzionali del Prorettore dell'Università Cattolica Pier Sandro Cocconcelli e dal Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia Antonio Gasbarrini.
"L'attivazione del corso di laurea in Medicine and Surgery presso la Facoltà di Medicina dell'Università Cattolica si è dimostrata una scelta strategica di successo- ha detto il professor Cocconcelli- Questo corso di studio in pochi anni ha acquisito una ottima reputazione internazionale, come dimostrato dalle candidature alla prova di ammissione, provenienti da oltre 60 nazioni e da cinque continenti. Questo successo, merito della qualità dell'istruzione universitaria e della ricerca presso la nostra Facoltà di Medicina sottolinea la rilevanza del processo di internazionalizziamone delle università per preparare la nuova generazione di medici".
"Questo è un grande giorno per la Facoltà di Medicina e chirurgia e per la nostra comunità universitaria- così nel suo saluto il professor Gasbarrini- Un giorno importante soprattutto per i nostri nuovi laureati, da oggi giovani medici, provenienti da ogni parte del mondo, ora 'ambasciatori' dei valori, delle conoscenze e della formazione che il nostro Ateneo condivide ogni giorno e che cerca di trasmettere a tutti i nostri studenti".
"E' davvero un privilegio avere oggi il professor Verghese come autore del Discorso inaugurale di questa cerimonia- ha dichiarato il presidente del Corso di laurea in Medicine and Surgery Giovanni Gambassi nel messaggio di saluto ai laureandi- La traiettoria della sua vita, il percorso di formazione professionale, la sua reputazione di clinico ed educatore contribuiscono a creare di lui un role model cui mi auguro i laureati di questa Class of 2023 possano ispirarsi, per riaffermare l'importanza della medicina al letto del malato, in una relazione medico-paziente unica e dal valore irripetibile. Il fatto che egli unisca alla sua attività di medico e docente la abilità del divulgatore e dello scrittore capace di incontrare milioni di lettori in tutto il mondo, serve a ricordare ai neolaureati e a tutti noi, di esplorare e alimentare tutti i talenti e le abilità che ci sono date per contribuire allo sviluppo di una umanità più ricca e solidale".
Quest'anno due nuovi riconoscimenti speciali ai laureati che si sono distinti per carisma, personalità e per meriti accademici. Il primo alla laureanda che ha donato generosamente tempo e talenti a servizio dei compagni di classe ed è stata modello per una leadership efficace e un comportamento professionale durante i sei anni di studio: la neodottoressa Isabella Azzaro. La seconda menzione d'onore, e Valedictorian della cerimonia di laurea, al laureando che, con il miglior rendimento, ha dimostrato al meglio le qualità dell'eccellenza accademica e clinica e la cui eccezionale motivazione e interesse esemplificano gli ideali della professionalità : il neodottore Marco Auletta.
"La nostra sacra tradizione medica- ha concluso Verghese- risale alla scuola di Padova e a giganti come Vesalio e ancora prima, alla prima persona curata e, se possibile, guarita da un'altra persona che ha dedicato la propria vita al prendersi cura degli altri. Questo è l'aspetto senza tempo della medicina che desidero che i laureati portino nei loro cuori e nelle loro menti mentre si avviano verso il mondo".
Grande festa finale con un gioioso "lancio del tocco" per tutti i laureati, le loro famiglie e l'intera comunità dell'Università Cattolica che oggi saluta i nuovi giovani medici all'inizio di un nuovo cammino.
(Red)